Una perla nel Veneto alluvionato

La solidarietà sfida l'indifferenza e il cinismo anche di certa informazione. Circa  duemila, i volontari che stanno spalando fango nel vicentino. Dalla nostra corrispondente
Alluvione a Vicenza
Il telefono squilla  di frequente in questi giorni e amici  dalla Lombardia alla Sicilia, dalla Val Formazza alla Val Gardena, vogliono sapere come stanno andando le cose a Vicenza e se personalmente sono stata coinvolta dall’alluvione.

La  mia cittadina, pur  allertata, non ha sperimentato l’esondazione direttamente, grazie ad un bacino di raccolta delle acque, voluto e realizzato il secolo scorso da “padri” previdenti e lungimiranti, a cui siamo riconoscenti, davvero!

Ma  la catastrofe è vicina e piange il cuore accanto a tanti vicentini, troppi, che hanno sperimentato l’angoscia di questa settimana. Misera consolazione pensare che un gioiello palladiano, il Teatro dell’Olimpico, si stato risparmiato dalla distruzione! Il pensiero va alla ferita  Caldogno, ma anche alla bella vicentina  Recoaro che fa i conti con le frane incombenti dai monti! E poi c’è Padova, ancora sott’acqua, Verona. Sono 121 i comuni colpiti, che chiedono aiuti immediati al Governo. La contestazione nasce dal constatare un disastro che continua a ripetersi e ad ampliarsi con conseguenze sempre più gravi.

I video si sprecano inesorabili su facebook e raccontano, a noi che non eravamo lì quella mattina, la furia e la tempistica agghiacciante dell’alluvione. Fanno il giro del mondo e anche  i vicentini all’estero si raccolgono tutti lì, con gli occhi sbarrati ai paesi colpiti, alla città ferita. Anche perchè i media hanno relegato le notizie, come spesso accade in queste circostanze, ad un trafiletto informativo e poi più nulla, quasi che il disastro, passata l’onda di piena, non riservasse più nulla di spettacolare da veicolare a gente curiosa. Il quotidiano Avvenire si distingue in fedeltà all’uomo e alle sue vicende.

Quanto sta facendo soffrire toccare con mano la superficialità e il cinismo  di certa informazione nazionale! Ma la gente ha anche anima. E la vita dopo questa tragedia ha rincorso e superato la distruzione e la morte.

Superfluo ricordare i danni ingentissimi, la perdita di case, attività, beni pubblici e storia, la sofferenza lancinante di famiglie e persone. Tanti gli anziani soli e sofferenti rintracciati e soccorsi. Il dramma e il pianto  non sgorgano visibili,  ma accompagnano il racconto di chi  ha vissuto l’esondazione (improvvisa nella sua eccezionalità)  e continua nel ritorno alla normalità, che richiederà tempo, tanto tempo!

Jimmy Paja vive a Vicenza da alcuni anni e lavora  presso la Caritas di Vicenza. Quella mattina ha raggiunto il centro cittadino a fatica: era iniziata l’esondazione in tutta la sua devastazione. «Ci aspettavamo qualche disagio per la piena, ma certo non pensavamo ai 180 centimetri di acqua che ci ha portato via tutto quello che non avevamo messo a riparo. Una trentina fra ospiti e operatori del dormitorio sono stati sorpresi e salvati, appena è stato possibile, dai gommoni. Poi è cominciato il “buio”.  Niente elettricità e solo freddo per due giorni».

«Abbiamo ingaggiato una serrata lotta contro il fango e la voglia di liberare tutto, per poter recuperare almeno la struttura, in collaborazione con tutti.  Io ho sperimentato e toccato con mano la solidarietà e la dedizione delle forze civili. In questi giorni tutti i cittadini erano per strada a spalare fango e a  liberare le case colpite: vicentini, giovani e meno giovani, stranieri, cristiani e non, con  disponibilità piena e generosa: un vero esempio di solidarietà che mi ha molto impressionato! Un fatto tristissimo: la città alluvionata! Un fatto bellissimo: grande umanità e collaborazione forte e vera. E generosa presenza dei vigili, degli operatori del comune  e del sindaco! E quanti giovani studenti fra i volontari! Oggi riapriamo il centro agli ospiti».

E volontari infatti, solo sabato scorso, se ne sono registrati più di 1900. E’ un tam tam sulla presenza dei giovani in queste strade e in questi paesi. Un buon segno per chi lo vuol sottolineare e non si accontenta di fomentare la basse diatribe sorte fra cittadini del nord e del sud.

Interventi autorevoli, quelli dei due Vescovi, quello di Padova e quello di Vicenza, di recente trasferito a Torino. Mons. Cesare Nosiglia sottolinea ancora il bene più prezioso scoperto in terra veneta: la gente, la perla del volontariato. E lancia un appello, lo stesso  lanciato ieri anche da una giovane di Monteforte ai  microfoni del TG: «abbiamo dato sempre tanto, ora aiutateci!». Il vescovo chiede, subito dopo: «un gesto concreto dallo Stato. Non basta pensare che il Nord est ce la fa da solo». E richiama  alla prevenzione e al rispetto della natura. Anche il professor Giuseppe Pellegrini dell’Università di Padova, vicentino, condivide l’appello ad una responsabile politica che non favorisca solo l’edilizia, ma che sia attenta all’ambiente, alla gestione lungimirante delle risorse del  territorio, perchè non si ripetano più disastri prevedibili.

E domenica colletta straordinaria indetta da due  Vescovi nelle chiese delle  diocesi: i veneti sono sempre generosi. Mentre scrivo piove ancora e il pensiero va a coloro che la pioggia sta portando sugli argini  vicinissimi, argini fragili, come l”uomo che fa conto solo su sè stesso.

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