Una nuova era per le relazioni industriali

Firmato il 28 giugno 2011 l’accordo interconfederale unitario sulla rappresentanza sindacale
camusso bonanni angeletti

«Si chiude una stagione di divisioni», afferma Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, aprendo la conferenza stampa dopo l’accordo del 28 giugno 2011 siglato con Cgil, Cisl e Uil sulla rappresentanza sindacale e i contratti collettivi

Un’intesa che «apre una importante fase nuova», commenta Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, aggiungendo che ora «possiamo riavviare il percorso partendo dalle cose che ci uniscono». Parole queste che danno speranza dopo che, dal gennaio 2009, con la sottoscrizione dell’accordo sulla riforma della contrattazione senza la firma della Cgil, e dall’ottobre 2009 con un’ulteriore no alla firma da parte della Fiom per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, si è vissuta una spaccatura tra le parti sociali.

La nuova intesa stabilisce, tra le altre cose, che i contratti collettivi aziendali per le parti economiche e normative sono efficaci per tutto il personale in forza e vincolano tutte le associazioni sindacali firmatarie dell’accordo interconfederale operanti all’interno dell’azienda, se approvati dalla maggioranza dei componenti delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) o delle rappresentanze unitarie aziendali (Rsa).

Oltre alla qualità delle norme sottoscritte preme sottolineare che si tratta di un’intesa, quella del 28 giugno 2011, importante per le finalità che le parti firmatarie hanno premesso e cioè: l’interesse comune a definire pattiziamente le regole in materia di rappresentatività delle organizzazioni sindacali dei lavoratori; l’obiettivo comune per realizzare un sistema di relazioni industriali che crei condizioni di competitività e produttività tali da rafforzare il sistema produttivo, l’occupazione e le retribuzioni; la centralità del valore del lavoro che deve essere esaltata dalla contrattazione collettiva, che rappresenta un valore e deve raggiungere risultati funzionali all’attività delle imprese ed alla crescita di un’occupazione stabile e tutelata e deve essere orientata ad una politica di sviluppo adeguata alle differenti necessità produttive, da conciliare con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone.

 

Tutto ciò rappresenta la volontà di mettere in atto un modello di relazioni industriali centrato sulla autonoma capacità regolatrice delle parti sociali applicando il principio di sussidiarietà. Positivi i riscontri da parte del Governo: per il ministro del lavoro Maurizio Sacconi «è essenziale che le parti abbiano raggiunto l’accordo»; il ministro dell’economia, Giulio Tremonti, ha ringraziato i segretari generali di Cisl, Uil e Cgil, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Susanna Camusso, ed Emma Marcegaglia «per quello che hanno fatto nell’interesse del nostro paese».
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