Una notte di solidarietà
Una notte per capire cosa significhi vivere “da barboni”. La proposta, aperta a tutti, consiste nell’invito, di certo provocatorio, a dormire in una piazza della propria città per solidarietà con le persone che per la strada vivono tutto l’anno. La organizza Terre di mezzo, il più noto giornale di strada, assieme alla Caritas ed ad altre organizzazioni di volontariato che operano nel campo dei senza dimora. Si tratta di una manifestazione pacifica ed impegnata, di alto valore civile. Dentro c’è spazio per l’informazione (durante la serata vengono diffusi i dati aggiornati delle persone senza fissa dimora in Italia), per la proposta (vengono illustrati progetti di recupero e di promozione umana), per la partecipazione (dormire in strada è uno speciale gesto di condivisione) e per la festa (prima di mettere giù il sacco a pelo, cibi e bevande calde ma anche musica). Il 17 ottobre, giornata mondiale Onu della lotta alla povertà, per tutti i giornali di strada del mondo è una data molto importante. Ogni giornale, per sensibilizzare sul problema della povertà, la celebra a suo modo, con convegni, manifestazioni, edizioni speciali. Terre di mezzo, dal canto suo, ha proposto già nel 2000 la prima edizione della “notte”. Il primo anno si svolse solo a Milano, con l’affluenza di ben 124 saccopelisti solidali. Negli anni successivi la manifestazione si è diffusa dal nord al sud dello Stivale, con un numero crescente di persone disposte a dormire fuori. Italiani “col trattino” Si tratta degli immigrati di seconda generazione, che sono nati in Italia e frequentano le nostre scuole. Fra 10 anni, saranno un milione. È quanto emerge da un convegno della Fondazione Agnelli. È Stefano Molina, responsabile del programma Popolazione e Società della Fondazione, a coniare il nuovo termine: italiani col trattino. Sono italo-cinesi, italo-filippini, italo-somali: non sono immigrati, perché, appunto, nati in Italia; ma neppure del tutto italiani, perché i genitori sono venuti da lontano. Attualmente, i minori stranieri sono circa 400 mila. Per quest’anno sono previste 30 mila nascite, corrispondenti al 5 per cento del totale, ma tra dieci anni potranno essere l’8-11 per cento. Il problema accoglienza continuerà dunque ad essere attuale per i nuovi arrivati, ma per questi “nuovi italiani” l’accento va spostato sull’integrazione: progrediranno fino a raggiungere i loro coetanei italiani sulla scala della qualificazione culturale e lavorativa. Se tuttavia ci saranno tensioni, probabilmente non saranno tra italiani di origine e italiani col trattino, ma tra questi ed i nuovi emigrati e, ancor più, in casa loro tra genitori ancorati alla terra di origine e costoro che di quella terra hanno solo un indiretto sfumato ricordo.