Una notte con la regina
Si inizia con la graziosa commedia Una notte con la regina, diretto da Julian Jarrold, dove la notte dell’8 maggio del ’45, a guerra finita, le principessine Elizabeth e Margareth tentano una fuga fuori dalla reggia per immergersi nella festa di Londra, incappando in semiserie avventure. Tratto da un fatto autentico, il film è brillante e piacevole, interpretato fra gli altri da Emily Watson e Rupert Everett.
Un’altra storia è poi L’età d’oro di Emanuela Piovano con, tra gli altri, Laura Morante e Giulio Scarpati, ambientata in Puglia, dove Sid torna dalla madre Arabella scoprendone molti aspetti ignoti. Per gli amanti del genere introverso e del volto triste della Morante.
Ancora avventura in due film: l’italiano Veloce come il vento, biografia di Loris, leggenda delle corse da rally, distrutto dalla droga ma in fase di rivincita sulla vita allenando la nipote Giulia. Molto bravo Stefano Accorsi (finalmente!), regia all’americana, ossia on the road, di Matteo Rovere. E poi Victor – La storia segreta del dottor Frankenstein, cioè la vecchia storia del mostro che colpisce ancora, ma in questo film un po’ didascalico di Paul McGuigan, non troppo. C’è pure l’ex maghetto Daniel Radcliffe, ma non sembra al posto giusto.
13 Hours: The secret soldiers of Benghazi. Il cinema americano non perde tempo a rivisitare la sua storia, anche recente. Michael Bay, questa volta senza dispendio di mezzi a stupire il pubblico, si concentra per nostra fortuna nel settembre del 2012 quando gli islamici attaccarono furiosamente il consolato Usa a Bengasi. Ci furono morti da entrambe e parti e l’intuizione di una nuova ondata di terrore imminente e su vasta scala. Film prettamente d’azione, con i caratteri dei soldati e dei dirigenti scolpiti a pochi tratti incisivi ma non stereotipati, scivola per quasi due ore con un’aria claustrofobica di ansiosa attesa, tra guerriglia cruenta e una natura intorno imperturbabile e imprendibile. John Krasinski, Pablo Schreiber, Toby Stephens danno voce e corpo agli “eroici” difensori della cittadella fortificata, intervallando i colpi di mitraglia, il sangue, la sporcizia della morte, a rari momenti di riflessione, di nostalgia e di pace.
Il cacciatore e la regina di ghiaccio. Prequel del già uscito film su Biancaneve, e affidato all’esordiente regista Cedric Nicolas-Troyan, lo spettacolo – perché di questo si tratta – racconta in una versione nerissima il rapporto di odio-amore fra la regina Ravenna (la cattivissima di Biancaneve) e la sorella Freya, divenuta la regina di ghiaccio con una squadra di leggendari cavalieri al suo servizio. Nemica giurata dell’amore, non riesce però ad impedire che il cacciatore Chris Hemsworth si innamori di Sara (Jessica Chastain) e li ostacola con mille magie, aiutata dalla sorella Ravenna. Il lato dark del film, dalle fantasiose scenografie, è attutito dai dialoghi spiritosi sia fra i due innamorati sia fra i deliziosi nani e nane che li accompagnano. Così il racconto diventa una fiaba piacevole, garbata pur tra le spettacolari cattiverie dei maghi degli effetti speciali. Capzioso il dialogo interpretativo tra Emily Blunt (Freya) e Charlize Theron (Ravenna), due attrici perfette a confronto. Davvero per tutti.