Una notte blu cobalto
La storia di un universitario e di un pizzaiolo in una Catania bella e impossibile, come la vita di tanti giovani del Sud. Plauso, con qualche riserva, all'opera prima di Daniele Gangemi
L’opera prima di Daniele Gangemi, Una notte blu cobalto, premiata al 42° International Independent Filmfestival di Houston in Texas, è ambientata in una Catania oppressa dalla notte. Fisica, esterna, ma psicologica soprattutto.
La storia è quella di Dino Malaspina, universitario insicuro di tutto che non riesce superare lo choc dell’abbandono da parte della ragazza. Incontrerà uno strano pizzaiolo che, come una sorta di angelo notturno, attraverso sogni e visioni lo riporta alla necessità di una scelta.
Onirico e anche grottesco, il film sconta alcune acerbità delle opere prime; ma la recitazione di Corrado Fortuna (Dino)e Regina Orioli (Valeria), credibile perché sincera, e la presenza di attori dotati come Alessandro Haber e Valentina Carnelutti danno un tocco vitale a questo racconto che è, oltretutto, un grande atto d’amore per una città come Catania, bella e impossibile. Come bella e impossibile sembra la vita dei giovani del Sud. Che però, come alla fine capita a Dino, devono e vogliono scegliere.