Una mitezza determinata. In memoria di Ciampi

Il ricordo personale dell’ex Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nella testimonianza di chi lo ha conosciuto da vicino. L’esperienza del primo governo tecnico intervenuto dopo lo scandalo di “Mani pulite” e nel pieno dello stragismo mafioso
Ciampi

Un “civil servant” nel senso più alto e più autentico del significato.

Un umanista (laureato in Lettere), un economista e un fine politico: sì, un tecnico prestato alla politica, ma quando ha assunto ruoli istituzionali, si è identificato con le responsabilità che la politica esigeva. Dopo “mani pulite”, dopo “sanitopoli”, “farmacopoli” un integerrimo tecnico fu chiamato a servire la patria. Accettò l'incarico da Scalfaro esattamente per questo servizio.

 

 

Il suo fu il primo governo “tecnico” della Repubblica presieduto da un primo ministro non parlamentare, ma fu un governo politico. La spesa pubblica da risanare e ridare fiducia al Parlamento e al Paese erano le missioni…impossibili. I tecnici che aveva scelto come suoi ministri – alcuni amici da decenni – erano il corollario di una azione di governo decisa e precisa nelle finalità, metodo e risultati: senza segnalazioni o raccomandazioni, ma in base agli obiettivi del suo mandato, spiegò in seguito. È stato un privilegio, oltre che un onore, essere stata ministro nel suo governo. Sostenne la mia draconiana riforma del prontuario terapeutico quando, sempre attento ai bisogni dei più deboli, constatò, che venivano messi a disposizione più farmaci gratuiti per i bisogni veri ed esentate le malattie croniche, la geriatria e la pediatria.

 

 

Non sono mancate giornate tremende, come l'attacco allo Stato da parte della mafia, la notte del 27 luglio 1993. Il presidente confessò di aver temuto un colpo di Stato. Amore per l'Italia tutta intera, tant'è che fissò il G8 a Napoli, sorprendendoci tutti in consiglio dei ministri quando lo comunicò: con un sincero atto di fiducia e di affetto per il Sud attraverso Napoli.  Presidente di tutti! Gli italiani lo hanno capito e amato. Il recupero del rispetto per il tricolore e la ripresa della parata del 2 giugno furono un atto d'amore per una patria che “rinacque” con i sacrifici, anche a costo della vita, di tanti. La Repubblica ha perso un servitore, un suo “cantore”, che definiva la Costituzione la nostra Bibbia laica. Ho conosciuto da vicino l'umiltà, la coerenza e la generosa competenza nell'esercizio delle diverse funzioni esercitate. Ha amato, riamato, i giovani. La sua fede, discreta, me l’ha fatto sentire partecipe in un momento di difficile relazione col vicariato. Fermo e disponibile, mite e determinato, colto e capace di parlare agli ultimi.

 

 

Da “azionista” e patriota non poteva non essere un appassionato cultore e 'cantore' di una patria più grande, l'Europa! Ormai, divenuto “Cincinnato”, ha risposto ancora a una chiamata di servizio al Paese, accettando l'incarico di ministro del tesoro nel governo Prodi, per consolidare con la moneta unica il cammino verso una politica europea unica! 

Il dialogo è stata la cifra del suo stile di vita e di governo. Ha ripreso il dialogo con il sindacato nel luglio 1993 ottenendo una importante armonia nel mondo del lavoro. Ha aperto, da umanista quale era, il Quirinale per incontri con artisti, uomini di cultura; ha mantenuto una importante tradizione di incontri annuali fra personalità leader del dialogo interreligioso e tra questi una persona amata e ammirata come Chiara Lubich. È noto il legame, anch’esso fondato su stima reciproca e profondo affetto, con Giovanni Paolo II. Un ricordo per tutti la materna e “birichina” raccomandazione della signora Franca al Papa: «non si strapazzi troppo».

 

 

Nessuno che abbia vissuto vicino al presidente Ciampi può dimenticare quello straordinario sostegno che, mano nella mano, l'ha accompagnato anche nelle difficoltà: grazie Franca! Anche per merito suo la famiglia si è traferita ad abitare al Quirinale. Due sensibilità incrociate: il presidente che non voleva “disturbare”la città con il suo passaggio quotidiano fra abitazione e ufficio, e la volontà della moglie di non lasciarlo mai solo nemmeno un momento.  Addio –ad Deum – presidente!

 

 

(Maria Pia Garavaglia: già ministro della Sanità nel governo Ciampi 1993-1994)

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