Una mamma in cielo
Quando Dio ha pensato a Maria, ha detto Mamma. In Lui c’è la maternità, oltre la paternità, ma ha voluto incarnare questa dimensione unica in una persona unica, la Mamma.
È una dimensione enorme, perché è un abbraccio che stringe a sé tutta l’umanità. Allo stesso tempo, è ciò che di più intimo e personale si possa pensare: la mamma non guarda i figli genericamente, ma li abbraccia tutti ad uno ad uno.
Dio le ha parlato due volte, la prima chiedendole di essere mamma di suo Figlio; la seconda rendendola mamma dei figli (nel Figlio). Non è stata infatti una sostituzione, ma una dilatazione.
Solo una volta nella storia è avvenuto che una vergine – rimanendo tale – è diventata madre, e proprio perché è rimasta vergine. Il suo vuoto d’amore l’ha resa capace di generare l’Infinito e infinite schiere di uomini e donne.
Oggi vediamo la Mamma in cielo, col corpo e con l’anima. Quel corpo che ha racchiuso in sé il Figlio e l’anima che racchiude in sé i figli. E Dio, il Figlio – ma anche gli altri due – la chiamano Mamma, perché la vedono madre di Dio e dell’umanità divinizzata. Che lei divinizza, perché non sa fare altro: generare figli e figlie di Dio.
Maria è grande, introdotta nella Trinità, incarnazione della maternità di Dio. Suo unico desiderio è farci grandi, figli nel Figlio, abitanti del cielo già sulla terra, per renderla abitabile: famiglia.