Una lezione per la politica internazionale

All'inizio del nuovo anno, tante questioni globali richiedono ancora una soluzione. Quale approccio alla complessità? Riflessioni del segretario generale dell’Istituto universitario europeo  
Popoli

Ci sono questioni internazionali che nessuno può seriamente pensare di risolvere in pochi mesi, e nemmeno da un anno all’altro. 

Specialmente quando si tratta di un’area del mondo come il Medio Oriente. Al confronto israelo-palestinese, che ha fatto registrare nell’ultimo scorcio del 2012 il riconoscimento da parte dell’Assemblea generale dell’Onu della qualifica di “Stato non-membro” alla Palestina, si è aggiunta la grave crisi siriana, rispetto alla quale la comunità internazionale è restata a lungo indecisa – e lo è tuttora.

Per restare nell’area, è ancora piena di incognite la transizione in Egitto. L’Iran è ormai sotto pesante embargo a causa della mancanza di trasparenza nel suo programma nucleare. Per non parlare delle armi nucleari e dei missili nordcoreani.

I cambiamenti o le conferme nella leadership di importanti Paesi (rielezione di Obama, rielezione di Putin in Russa, vittoria di Hollande in Francia, nuovo leader cinese, Xi Jinping, prossime elezioni in Germania e in Italia) certamente influiranno sul quadro internazionale, ma c’è una lezione che abbiamo appreso: nessuno può risolvere da solo questioni globali e persino locali – basti pensare al tema del lavoro in rapporto alla globalizzazione.
 

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