Una lettera per i detenuti

Il progetto Parlami dentro della Fondazione Vincenzo Casillo e quello di Liberi dentro – Eduradio & tv invitano a scrivere a chi è recluso per avviare processi virtuosi. L'articolo è pubblicato sul numero di Città Nuova di dicembre
detenuti

Scrivere lettere resta un atto romantico, capace di tessere legami e spezzare catene interiori ed esteriori contribuendo a ricostruire l’identità di alcune persone recluse. È questo l’obiettivo di Parlami dentro, progetto della Fondazione Vincenzo Casillo, realtà pugliese con sede a Corato, Bari, che collabora con enti no profit pugliesi e su scala nazionale per azioni sociali e solidali. Al progetto collabora Liberi dentro – Eduradio & TV, programma radio-televisivo bolognese di informazione e servizi con l’obiettivo di ri-educare le persone detenute dando spazi di libertà eì di speranza a tante persone recluse.

Si può partecipare a questa “chiamata alle lettere” scrivendo all’indirizzo parlamidentro@gmail.com fino all’11 dicembre, in forma anonima o autografata, indirizzando a un detenuto sconosciuto il racconto della giornata, un aneddoto personale, una storia, ma anche lo stralcio di un libro, una traccia musicale, l’immagine di un dipinto. Coinvolgendo le scuole, il progetto aiuta ad attivare processi virtuosi perché la parola è anche occasione per intraprendere dibattiti sui concetti di libertà e giustizia. «Scrivere lettere è un modo diretto di raccontare di sé e donare a una persona ciò che è seminato nel proprio intimo, è un atto generoso e di coraggio. Chiediamo di raccontare al mondo di dentro il mondo di fuori», dice Marilù Ardillo, ideatrice del progetto promosso dalla Fondazione pugliese nata in memoria dell’imprenditore Vincenzo Casillo, punto di riferimento nel settore del grano.

Scrivere sprigiona la creatività verso un senso di libertà e di reciprocità tra mittente e destinatario: «Anche se non ci sarà una vera e propria interazione tra mittente e destinatario, la potenza della parola può creare incastri e affinità pure tra persone che percepiscono in modo differente il concetto di libertà», afferma Ardillo. Lo scopo è di raccogliere lettere per donarle ai detenuti della casa circondariale di Bologna. Le produzioni epistolari saranno lette giornalmente attraverso i canali di Eduradio & TV nel mese di dicembre e attraverso trasmissioni sui canali YouTube, che sulle emittenti regionali possono essere visti e ascoltati all’interno delle carceri di tutta la regione Emilia Romagna. Ricorda Ardillo: «Parlami dentro è l’ampliamento del percorso sulla genitorialità nelle carceri dal titolo “Padri in pena”, intrapreso nell’istituto penitenziario di Trani durante il lockdown per far sentire meno soli i detenuti che, a causa delle restrizioni sanitarie, non potevano ricevere visite di familiari e di altri cari».

Dell’importanza dei percorsi riabilitativi parla Antonella Cortese di Eduradio & TV: «Tutti i progetti creati nel carcere rappresentano potenzialmente spiragli, occasioni per reimmaginare un futuro fuori dal carcere». Le azioni tentano di combattere lo stigma negativo nei confronti dei reclusi da parte di molti cittadini e l’impostazione delle strutture carcerarie che tralasciano esigenze, dinamiche e progettualità specifiche per le donne.

Le persone detenute in mancanza di processi rieducativi e riabilitativi nel 70% dei casi sono recidive. «Rintegrarsi nel contesto sociale è un processo lento, che procede a tappe per permettere di riabituarsi ai ritmi della vita della società civile, ma servono adeguati finanziamenti», afferma la rappresentante di Eduradio & TV. Il reinserimento deve tener conto del senso di straniamento dei detenuti dopo anni di reclusione. Questa iniziativa si rivolge ad ogni cittadino concretamente libero, ma che in fondo convive con le prigioni invisibili nella propria vita, che la scrittura permette di sprigionare e condividere.

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