Una guida per la Terra Santa
Il 5 dicembre comincia un viaggio alla scoperta della Terra Santa su Boing Tv. Intervista al conduttore Manolo Martini.
Ha trent’anni ed è laureato in Scienze della Comunicazione. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per essere stato co-conduttore di Trebisonda, programma quotidiano della tv dei ragazzi di Rai 3, ma Manolo Martini, un giovane sorridente originario della Toscana, ha al suo attivo anche la conduzione di programmi su Odeon Tv (il game show Hotel 30 stelle) e su Magic Tv di Sky (Bestseller e VJ & Friends).
La sua nuova avventura è 6 in cammino, da domenica 5 dicembre in onda alle 14.30 su Boing tv, uno dei canali gratuiti più seguiti sul digitale terrestre, in replica il sabato successivo alle 17.45. Dal 23 dicembre al primo gennaio, invece, il programma sarà trasmesso in prima serata, dalle 20.50. Protagonisti della nuova serie in dieci puntate, cinque ragazzi di cui Manolo sarà la guida in viaggio alla scoperta della Terra Santa.
Manolo, "6 in cammino" è stato definito una scommessa per una televisione commerciale come Boing. Per te lo è anche dal punto di vista professionale?
«Più che un lavoro di conduttore, in 6 in cammino ho vissuto un’esperienza reale. Il mio compito era stare con i ragazzi, conoscerli, creare un gruppo. Dal punto di vista professionale c’è il rischio di essere associato solo a questo programma e di essere etichettato come un conduttore che fa solo cose cattoliche. In realtà, 6 in cammino è un viaggio-avventura. C’è un aspetto spirituale: ci poniamo insieme delle domande, ma poi c’è il viaggio, la scoperta, il divertimento. Si parla del Vangelo perché siamo andati in Terra Santa, se fossimo stati in India, probabilmente avremmo parlato di povertà».
Tu sei credente?
«Sì, è un percorso che faccio in privato. Nella vita quotidiana per me significa mettermi al servizio degli altri».
Cosa c’è all’orizzonte, per te, professionalmente?
«Intendo continuare a lavorare come conduttore televisivo. Poi, spero che 6 in cammino possa diventare una serie. I presupposti ci sono, vedremo.
Nella presentazione di "6 in cammino" si è detto che questo programma risponde alla domanda di senso dei giovani. Che ne pensi?
«Credo che ci sia una grande domanda di senso e non soltanto tra i giovani. Ragazzi ed adulti devono aiutarsi. Gli adulti dovrebbero rappresentare un modello per i più giovani, un esempio di saggezza di cui c’è sempre più bisogno. Dall’altro lato, gli adolescenti portano l’istintività, la freschezza. L’importante è camminare insieme».