Una giornata particolare

Martedì Raiuno ore 21. Sembrava una versione riveduta e corretta della massima paolina del farsi tutto a tutti. Personaggi celebri che si mettono nei panni di persone che svolgono lavori meno gratificanti. In apparenza, un invito a entrare nella vita altrui per comprendere nel profondo le sue esigenze e i suoi patimenti. Una giornata particolare prometteva anche questo. Invece, sono bastate poche puntate per capire che la musica è sempre la stessa. Trattasi dell’ultima passerella messa in piedi per far sfilare l’ego smisurato delle persone che contano, l’ultima frontiera della glorificazione del volto noto, ormai immancabile in qualsiasi programma che punti a fare il pieno di ascolti. Non che la trasmissione non sia divertente. Vedere per un giorno Francesco Totti fare il benzinaio o Giulio Andreotti alle prese con una anonima libreria fa sorridere e incuriosisce. La conduzione di Milly Carlucci è una garanzia di professionalità e garbo e conferisce leggerezza alla trasmissione. Ai quattro vip in gara, che rappresentano per una notte una categoria professionale, vengono abbinati altrettanti lavoratori sorteggiati in quattro città italiane. Il più votato da casa fa vincere al lavoratore a lui associato un premio speciale che gli viene consegnato a domicilio, in diretta televisiva. Sembrerebbe ribaltata la filosofia del Carnevale: per un giorno all’anno il servo, mascherandosi, aveva il diritto di fare il padrone. Qui è il vip che per qualche ora veste i panni umili del lavoratore anonimo per mostrarsi in tv e vedere l’effetto che fa. È la stessa logica dell’Isola dei famosi: la curiosità di vedere le sempre perfette star della tv, della politica, dello sport per una volta senza trucco. Ma il trucco c’è e si vede. Due delle auto rifornite di carburante dal Totti benzinaio erano gli ultimi modelli dell’azienda sponsor della Roma. Due dei giovani che chiedono libri al sette volte presidente del Consiglio Andreotti erano già comparsi in coppia in altre fiction. Due indizi capaci di destare sospetti. Reality show lo chiamano. Ma se lo show (lo spettacolo) c’è ed è gradevole, la reality (la realtà) latita e sembra a volte una invenzione di sceneggiatura che lascia perplessi.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons