Una festa familiare
Bisognava vederli, dal 30 settembre al 5 ottobre, i gruppi scatenati di fronte a Lino Banfi e ad Al Bano che improvvisava Nel sole alla presentazione della nuova serie, in onda da febbraio, di Un medico in famiglia. Gli eroi del piccolo schermo ad uso domestico piacciono alla gente, non creano problemi e i guai della vita si risolvono senza eccessive ansie. Almeno nella fiction.
Così mamme, nonne e bambini ‒ tanti, almeno seimila, senza contare gli alunni delle classi medie, sul migliaio ogni giorno – hanno affollato il Parco della musica con aria spensierata. Ad ammirare i loro eroi in sfilata sul tappeto rosso: Raul Bova e Manuela Arcuri, Elena Sofia Ricci e Luca Argentero, Vittoria Puccini e Gabriel Garko, eccetera. Star nostrane, in genere avvicinabili e contente degli applausi del pubblico. D’accordo, non siamo alla Croisette né a Los Angeles, siamo nella calda Roma autunnale, ma è bello sentirsi circondati da 23 mila fan (il dieci per cento in più rispetto al 2011).
Non c’è che dire, la fiction tiene.
Si sono visti, infatti, nelle anteprime internazionali, prodotti niente male. Mi riferisco alla serie Boss, della Grammet Productions per Starz, in onda su Raitre, diretta da un regista come Gus van Sant: storia drammatica di un politico malato e del suo ambiente, con un sapore vagamente scespiriano. O al francese Silences d’Etat sul suicidio misterioso di un primo ministro, dove è la politica spiccia, quella dietro le quinte, a venire raccontata con uno stile più da cinema che da fiction.
Ma anche da noi, nonostante prodotti talvolta non eccelsi, si son viste cose interessanti. Se la giuria presieduta da Pupi Avati ha premiato la fiction su Paolo Borsellino insieme alla lunga serie Una grande famiglia, specchio ognuna a modo suo di situazioni reali, vuol dire che ci sono lavori soddisfacenti che con semplicità e immediatezza dicono la nostra storia attuale.
Certo, il festival, diretto da Stefano Della Casa, di premi ne dà tanti. Anche ai soliti noti: non facciamo nomi… Forse qualche faccia diversa non sarebbe male. Speriamo alla prossima edizione.