Una festa davanti al portone di casa
Il suo è un quartiere grande, nella città del porto, che negli anni ha raccolto abitanti di tutte le etnie. In particolare in quei palazzi abitano tantissime famiglie dell’America Latina. Per loro è sempre festa, c'è allegria smisurata e a qualsiasi ora. Una sera Aurora torna a casa e sugli scaloni dell’ingresso del condominio trova un gruppo ben affiatato che canta e suona. E soprattutto beve. Sì, perché le bottiglie della birra vuote sono già moltissime, ma ancora di più quelle piene.
«Ciao ragazzi, allora cosa si festeggia stasera qui?». Domanda Aurora e Juan le presenta Hugo che compie ventotto anni. «Auguri, fate una bella festa», poi nell’aprire il portone Aurora fa una piccola richiesta: «Allora, ancora buona festa e se potete, senza eccedere con l’alcol. Poi quando finite se potete, raccogliete le bottiglie e i tappi. Nell’ingresso del condominio e lungo il carrugio sta proprio male tutta quella monnezza abbandonata». «Stai tranquilla – le rispondono – lasceremo tutto pulito».
Aurora sale in casa e ricorda di avere in dispensa un bustone di patatine e uno di noccioline. S’affaccia dal balcone del quarto piano e con un fischio e un urlo chiama i ragazzi. Lega un cesto alla corda e manda sotto le vivande. Dalla strada si leva un grazie coraleI festeggiamenti continuano fino a notte fonda. Al mattino Aurora è curiosa di vedere come troverà il selciato e l’ingresso del condominio: tutto perfetto. Per terra non una bottiglia, non un tappo, né i bicchieri e tantomeno la carta. Divieti, ordinanze, appelli, si possono superare così. Sapendo che l’incontro con qualunque altro è una opportunità per stabilire una relazione tra persone e per costruire rapporti di reciprocità autentici.