Una cultura della sconfitta, per una nuova cultura della vittoria

Lo sport vive alimentato prima di tutto dalla sua dimensione agonistica che, nel nostro tempo, non rappresenta più solo un gioco, non solo perché muove grandi passioni, ma soprattutto perché muove miliardi. Se è vero che sconfitta e vittoria sono i due volti, le due estreme espressioni della competizione, oggi il male maggiore, il grande nemico dello sport, è l’esasperazione di questa dimensione competitiva. In questo contesto invocare una cultura della sconfitta, una riscoperta del “saper perdere” può rappresentare qualcosa di più che una sola formula provocatoria. 

 

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