Una Chiara Lubich inedita

Esce il 22 febbraio "Lo spartito scritto in Cielo": Giulia Eli Folonari descrive 50 anni trascorsi a fianco della fondatrice dei Focolari. Ce ne parla nell'intervista che ci ha concesso
Lo spartito scritto in Cielo

Giulia "Eli" Folonari è stata per 50 anni a stretto contatto con la fondatrice dei Focolari Chiara Lubich, in veste di segretaria e collaboratrice. Una "testimone privilegiata" si direbbe. Il libro che a fine febbraio esce per i tipi di Città Nuova, Lo spartito scritto in Cielo, la indica così. Nelle pagine del libro "Eli" – la Lubich a lei come ad altri aveva dato un nuovo nome per indicare il "dover essere" nella vita – racconta a Michele Zanzucchi, direttore del quindicinale Città Nuova, e ad Oreste Paliotti, redattore della stessa testata, il nascente fermento da cui  fiorisce e si diffonde il carisma di comunione. 

Nella prefazione al libro, il cardinal Stanislao Dziwisz, attuale arcivescovo di Cracovia e segretario personale di Giovanni Paolo II per 27 anni, descrive quanto lo stesso papa Wojtyla aveva visto nella Lubich: «Quel “genio femminile” di cui egli ha scritto nella lettera apostolica sulla dignità della donna. Il pensiero di Chiara e la sua opera, Opera di Maria, mostravano il profilo mariano della Chiesa (…).  Un aspetto del genio femminile di Chiara che personalmente mi ha toccato, era il suo linguaggio semplice, pieno di amore per Dio e per l’uomo». Di lei, di Chiara semplicemente, del libro ci racconta la stessa Eli nell'intervista che ci ha concesso .

Eli, come avvicinarsi a questo libro per chi non conosce Chiara Lubich?
«Direi con l’atteggiamento di chi vuole accostarsi al “mistero” di un’esistenza, come quella di Chiara,  che si è lasciata totalmente coinvolgere dal  sogno di Gesù sull’umanità: “Che tutti siano uno”.

«Un sogno che è diventato anche il suo, la tensione costante della sua vita, fatta di gioie e dolori, di vette e abissi. E nella cui realizzazione si sono lasciate coinvolgere migliaia di persone in ogni angolo del mondo, di ogni età, cultura, lingua, condizione sociale, convinzione religiosa e no. Chi non la conosce  può trovare perciò molteplici spunti di riflessione.

«Anche per quanti la conoscono, però, la lettura di queste pagine servirà, mi auguro, ad illuminare, a scoprire o a riscoprire il “filo d’oro” che li ha condotti, nelle più varie circostanze della loro vita, all’incontro con Chiara e col movimento da lei fondato.  E a mettersi e rimettersi nel raggio di quella luce che hanno intravisto nel cammino verso la realizzazione di questo sogno che è il sogno di un Dio, per quanto difficile possa sembrare oggi».
 
Tanti gli episodi ricordati nel libro, ma forse sono maggiori le novità che si compivano davanti ai tuoi occhi…
«Sì, in effetti sono stati veramente ricchi di sorprese e imprevedibili i molti episodi menzionati nel libro, tanto che mi è venuto da definire i miei anni accanto a Chiara come una lunga corsa per starle dietro. Con Chiara si passava di sorpresa in sorpresa, incalzata com’era dallo Spirito.
 
«Questo libro raccoglie una serie di conversazioni con Oreste Paliotti e Michele Zanzucchi, quindi ha i pregi, ma anche i limiti, di un’intervista.  Quando mi hanno portato da rivedere le prime bozze, avevo l’impressione di aver omesso tanti aspetti della vita di Chiara, dell’Opera da lei fondata, che è un tutt’uno con la sua vita. Ma come si fa a sintetizzare nelle pagine di un libro cinquant’anni di vita? Mi sono ricordata però di quanto mi ha detto tempo fa un’autorevole personalità della Chiesa: “Per  rendere nella sua totalità una figura come quella di Chiara, non basta una sola biografia, ne occorrono tante”. 
 
«Questo vuole essere solo un modesto, ma doveroso contributo, un tassello alla comprensione di questa poliedrica figura, che è, e resta un mistero, anche per chi le è stata vicina. All’ultima domanda che mi è stata fatta a conclusione del libro: “Cosa diresti di personale in questo momento a Chiara?”  – una domanda per me inaspettata, perché, appunto, mi sembrava di aver detto così poco – spontaneamente mi veniva da dire: “Grazie, Chiara, per la vita divina in cui mi hai coinvolta,con le sue vette e i suoi abissi! Grazie perché, oltre ad aver colmato le mie aspirazioni di totale dedizione a Dio e di ricostruzione sociale, mi hai offerto e fatto vivere sorprese inimmaginabili, che spero continueranno insieme con tutti i tuoi, in Paradiso”».

I più letti della settimana

Il sorriso di Chiara

Abbiamo a cuore la democrazia

Quell’articolo che ci ha cambiato la vita

La filosofia dello sguardo

Carlo Casini, apostolo della vita

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons