Una biografia dell’Italia nella vita di Carlo Azeglio Ciampi
La scomparsa, a 95 anni, dell’ex presidente (1999-2006) della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha permesso di fare un bilancio pubblico di una lunga vita segnata da grandi responsabilità istituzionali, dai vertici della Banca d’Italia alle cariche di ministro, presidente del consiglio e, infine, al Quirinale, pur provenendo da un percorso non di politico e parlamentare ma di grande esperto.
Un servitore dello Stato di stile antico e perciò lontano dalla presunta imparzialità e indifferenza del tecnico. Anzi, proprio l’originaria formazione umanista alla Normale di Pisa, il legame con gli ideali liberalsocialisti del maestro Guido Calogero, la partecipazione diretta alla Resistenza dopo lo sfaldamento della Nazione nel 1943, ci consegnano il tragitto comprensibile di colui che ha tenuto il timone di Palazzo Koch nel 1979, momento culmine delle trame legate allo scandalo Sindona e all’incriminazione, ingiustificata, del precedente governatore Paolo Baffi e del vicepresidente Mario Sarcinelli.
Le scelte e le responsabilità di questo distinto toscano, orgoglioso della sua Livorno, hanno segnato la biografia del nostro Paese fino ad incarnarlo assieme alla moglie Franca in maniera familiare e mai sopra le righe. Del loro rapporto abbiamo alcune delle testimonianze più semplici e toccanti, a cominciare dai gesti di vicinanza che sanno rappresentare l’unità di un collettività nazionale che con Ciampi ha acquisito dei precisi tratti di identità, come la riscoperta dell’inno di Mameli e della bandiera tricolore, lontani da ogni inappropriato trionfalismo per colui che si è sempre dimostrato, nel solco di una solida tradizione, convinto assertore dell’importanza dell’Europa.
Dalla politica alla finanza, in questi anni di passaggio dal “secolo breve” al nuovo millennio, si possono fare diversi e complessi bilanci, ma le nuove sfide della globalizzazione si possono affrontare, come ha mostrato Ciampi, solo avendo solide e antiche radici.