Una bella notizia

In Campidoglio, a Roma, una giornata di confronto e dialogo aperto alla città sulla nuova evangelizzazione
Emmaus in Campidoglio

“Una bella notizia”. Non potevano scegliere titolo più azzeccato gli organizzatori di un convegno internazionale svoltosi stamane in Campidoglio presso la sala della Protomoteca. Roma capitale, col suo sindaco, Gianni Alemanno, offre ai suoi cittadini una giornata di confronto e dialogo sulla nuova evangelizzazione. Ospiti alcuni padri sinodali presenti in città in queste settimane per partecipare ai lavori dell’assise indetta da Benedetto XVI proprio sulla nuova evangelizzazione e alcuni laici chiamati come uditori al Sinodo stesso: Maria Voce, presidente del Movimento dei focolari, Francesco Miano, presidente nazionale dell’Azione cattolica e Chiara Amirante, fondatrice e presidente della Comunità Nuovi orizzonti.

In effetti non solo di una bella notizia si è trattato, ma di tante belle notizie. Chi pensava che il cristianesimo fosse una cosa noiosa ha sentito parlare qui di gioia; chi riteneva che l’evangelizzazione fosse l’imposizione di divieti di una religione del “non si può fare”, ha visto che il Vangelo vissuto porta con sè una forza trasformante; chi credeva che la religione fosse un fatto privato ha appreso che essere laici impegnati vuol dire cambiare la vita personale, ma incidere anche nella società. E se qualcuno pensava che il Sinodo fosse un appuntamento per addetti che si svolge tra le mura del Vaticano e lì finisce, oggi ha potuto sperimentare che il Sinodo è venuto in città.

Lo si evidenzia a più riprese. «Il motivo del convegno è quello di condividere il Sinodo con la gente», spiega Marco Brusati, direttore generale di Hope, introducendo i lavori; e il sindaco Alemanno sottolinea l’interesse della Roma civile a quanto si sta svolgendo in Vaticano, perché per costruire una società migliore, una città migliore, non si può prescindere da una spinta ideale che senz’altro la fede può dare. Un nuovo umanesimo, spiega, potrà essere il risultato di un rinnovamento esistenziale che in un tempo di crisi antropologica, prima ancora che economica, ha bisogno di un orizzonte di speranza. E in questo, aggiunge, i movimenti con la loro freschezza e la gioia di vivere «sono un’avanguardia».

Il tema della città e di Roma in quanto città emerge dunque fortemente. Questa Roma, che coi suoi soli monumenti, con le sue basiliche antiche racconta le radici millenarie del cristianesimo, ne testimonia da sé la bellezza anche a chi vi giunge da posti dove il Vangelo non è ancora conosciuto; ma occorre che tutto ciò non rimanga un «museo», come suggerisce padre Lombardi, direttore della Radio Vaticana e della Sala Stampa Vaticana, che si comprenda quanto «l’evangelizzazione che dà speranza, non sia un tema estraneo ad una grande città come Roma».
Un tema, questo, che torna anche nell’intervento di Maria Voce, la quale, oltre a raccontare come il Movimento dei focolari sia nato dal Vangelo e da esso tragga il senso profondo del suo operare nei più vari ambiti dell’agire umano ad ogni latitudine, ricorda che Chiara Lubich stessa, ricevendo nel gennaio del 2000 la cittadinanza onoraria di Roma, aveva dato impulso ad un’opera di evangelizzazione della città portata avanti dai membri romani dei Focolari, quella che viene chiamata Operazione Roma Amor.

Quanto la fede sia motore del cambiamento della vita quotidiana, personale, familiare, sociale, politica lo testimonia Francesco Miano; che rivoluzione essa porti nell’esistenza di chi ha toccato il fondo, “l’inferno”, lo racconta Chiara Amirante testimone di vere e proprie “resurrezioni”, rinascite di chi, toccato dall’amore di Dio, ha visto che è possibile sperimentare la pienezza della gioia.

La gioia: forse è il termine più ricorrente dei diversi interventi e non è solo un concetto spiegato, è un’esperienza di vita. E allora si capisce perché chi ha una bella notizia non può tenerla per sé, anche se sono diverse le modalità, in Europa piuttosto che in Africa, America Latina, Asia, come raccontano i diversi padri sinodali presenti e nuovi gli strumenti ed il linguaggio nel mondo digitale in cui viviamo.

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