Una banca dati per promuovere il genio femminile
Secondo ai dati 2011 della Consob, c'è poco da stare allegri: in Italia solo il sette per cento dei Consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa è composto da donne, percentuale che scende al sei per cento negli organi di controllo. Eppure oggi il 60 per cento dei laureati è donna, con performance – peraltro – mediamente migliori dei colleghi uomini. Dopo tanto parlare di quote rosa, insomma, pare che non si sia mosso molto; e per questo l'Università di Udine – non a caso retta da una donna, Cristiana Compagno – ha presentato il progetto “Talenti femminili: una banca dati per fare la differenza”, curato dalla direttrice del dipartimento di scienze giuridiche, Marina Brollo.
L'occasione è stata data dalla legge 120/2011 entrata in vigore ad agosto, che impone alle società quotate in borsa e a quelle controllate dalle pubbliche amministrazioni di arrivare, nel corso di tre mandati, ad avere nei propri organi di amministrazione almeno un terzo di componenti «del sesso meno rappresentato»; e se per l'Università di Udine è in alcuni casi quello maschile, inutile specificare che altrove accade quasi sempre il contrario. Se la legge deve dunque garantire l'ingresso di circa settecento donne nel settore privato e ben cinquemila in quello pubblico – spending review permettendo – è altrettanto vero che, come ha fatto notare la docente di organizzazione aziendale Francesca Visintin, «l'80 per cento delle aziende italiane è costituito da pmi non quotate, che impiegano il 70 per cento della forza lavoro»: come incidere dunque sulle realtà non vincolate da questa norma?
Di qui l'idea di una banca dati di curricula “rosa” di eccellenza, certificati dall'ateneo udinese, da mettere a disposizione delle aziende in occasione del rinnovo degli organi sociali: nulla di obbligatorio, ma comunque un'opera di sensibilizzazione in vista di un cambiamento dei vecchi meccanismi di selezione. «La legge ha sortito qualche effetto positivo già prima della sua entrata in vigore – ha fatto notare la prof. Brollo – portando la percentuale di donne nei Cda dal sette al dieci per cento nel corso di quest'anno: l'Università di Udine fa adesso questa scommessa di tenere insieme merito e “quote rosa”, perché molti studi dimostrano come valorizzare le donne conviene all'economia e a tutta la società». Si va dunque oltre il mero essere donna: qui bisogna pure saperci fare, cv alla mano. A partire dal primo febbraio le giovani donne potranno quindi inserire i loro curricula, che saranno presentati simbolicamente alle imprese l'8 marzo. Seguirà poi un lavoro di monitoraggio dei risultati, che verranno pubblicati nel 2013 nella collana “Donne e società” curata dall'ateneo.
Da ultimo, la prof. Brollo ha rivolto un invito alla politica: «Perché non ricercare, anche per la formazione delle liste elettorali o delle giunte comunali, donne con le competenze necessarie per la gestione della cosa pubblica in questa banca dati?».