Un villaggio nella metropoli

A conclusione della manifestazione svoltasi a Villa Borghese dal 21 al 25 aprile, un breve resoconto di quanto vissuto da chi vi si è trovato a passare di lì

Sono migliaia le persone (alla fine saranno circa 130 mila) che hanno deciso di trascorrere qualche ora e magari l’intera giornata tra le dozzine di stand – uno spaccato dell’associazionismo a vocazione “eco” e non solo – che popolano la nuova edizione del “Villaggio per la terra”. L’evento è tornato anche nel 2017 ad animare la zona del Galoppatoio di Villa Borghese a Roma e quest’anno anche la magnifica terrazza del Pincio, teatro del grande concerto presentato da Fabrizio Frizzi la sera del 22, con alcune star della musica italiana, da Noemi a Ron.

Per il secondo anno consecutivo la manifestazione, svoltasi dal 21 al 25 aprile scorsi, ha avuto due organizzatori, Earth Day Italia e il Movimento dei Focolari. Un sodalizio insolito, la parte italiana del grande network internazionale che sostiene la Giornata mondiale per la terra e la parte romana di un Movimento cattolico internazionale che tra i “vicoli” e la piazza del Villaggio ha scelto di portare, rivisitandoli, le dinamiche e i contenuti della Mariapoli. Il risultato dell’unione fra queste due sensibilità e competenze è stato un ventaglio di proposte legate dal filo rosso, anzi “verde”, della sfida lanciata lo scorso anno da papa Francesco in visita al Villaggio: trasformare i deserti in foreste.

Villaggio per la terra

A colpo d’occhio, le famiglie con bambini sembrano la maggioranza. Perché al Villaggio c’è tanto per far divertire i più piccoli – dal giro sul pony al percorso di “Pompieropoli”, addestramento per Vigili del fuoco in miniatura. E poi una trentina di campi sportivi (praticamente tutte le Federazioni), laboratori scientifici e tecnici, giochi, spettacoli. Un dinamismo senza pause che però non trascura momenti di confronto tra coetanei e anche con i più grandi, con le personalità che hanno appena concluso un convegno nella grande tenda di fronte e che non vanno via senza una sosta tra i più vivaci del Villaggio. A un certo punto si notano tra la folla la sindaca di Roma Virginia Raggi e suo figlio, indistinguibili se non fosse per l’agglomerato di telecamere e cronisti che li tallona con scarso successo perché, dice lei, quel giorno al Villaggio c’è la mamma, non la fascia tricolore.

Villaggio per la terra

I poli d’attrazione per gli adulti e i giovani sono le tre tensostrutture a capienza varia che ospitano i tanti focus di approfondimento e corner più raccolti in cui si ascoltano testimonianze di vita vissuta, storie di perdono, progetti di solidarietà. Dal bullismo al dramma degli ecoprofughi, dall’informazione sullo stato di salute della terra al sostegno per giovani immigrati – perché il pianeta si tutela se si difende prima la dignità delle persone che lo abitano – dalla temuta finanza che specula sui deboli controbilanciata da un’economia responsabile che produce per e non contro l’uomo, testimoniata fra gli altri dai tanti protagonisti dell’Economia di comunione, il Villaggio racconta in cento modi che nei troppi deserti del pianeta già fioriscono oggi gli alberi che domani saranno la foresta della pace. E forse il segno più alto di questa ambizione sono le donne di 7 religioni diverse che chiudono l’evento riaffermando e mostrando in modo plastico che l’idea di un Creato come dono da custodire è inscritta in modo quasi identico nel cuore di ogni fede.

Il concetto lo aveva riaffermato tra gli applausi anche il cardinale Pietro Parolin, venuto a celebrare la Messa domenicale e a ridire sulle orme del papa che la difesa del “patrimonio comune” della terra è una azione da “fare insieme”. Lasciando Villa Borghese per tornare a casa gli spunti che si intrecciano dentro sono davvero tanti e viene da pensare che certe volte serve un villaggio per far riscoprire a una metropoli la sua anima.

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