Un tweet per un viaggio insieme dopo la tragedia di Sydney
Le ritorsioni verso i musulmani in seguito ad episodi di terrorismo – o più genericamente di violenza – non sono purtroppo cosa nuova: lo avevano sperimentato gli Stati Uniti dopo l'11 settembre, quando sia attacchi fisici veri e propri che atti di discriminazione più o meno aperti si erano susseguiti. Un timore che si è risvegliato negli australiani in seguito a quanto accaduto in queste ore a Sydney, con il sequestro di un numero ancora imprecisato di ostaggi – tragicamente finito con tre morti – da parte di un fanatico iraniano. Così Tessa Kum, un'operatrice tv e scrittrice che vive nella città australiana, ha lanciato su Twitter l'hashtag #IllRideWithYou, «Faccio il viaggio con te»: un'offerta a chiunque abbia necessità di muoversi sui mezzi pubblici e indossi un qualche segno di appartenenza religiosa di accompagnarlo durante il tragitto.
Tessa ha riferito al sito Buzzfeed che l'idea le è venuta in metropolitana dopo aver visto una donna togliersi l'hijab – il tipico velo con cui alcune donne musulmane si coprono il capo – per paura di essere attaccata fisicamente o verbalmente: una ragazza accanto a lei le avrebbe detto «Rimettilo, ti accompagno io», e la donna in tutta risposta l'avrebbe abbracciata in lacrime. Così la giornalista ha lanciato su Twitter questo hashtag, che contraddistingue le offerte di accompagnare su un certo tragitto chi si sentisse in pericolo – musulmano o meno, del resto: «Se prendi l'autobus 373 da Cogee St a Martin Pl, #IllRideWithYou, contattami per l'orario» è uno dei messaggi riportati come esempio. C'è stato anche chi ha lanciato l'hastag #IllWalkWithYou, «Faccio la strada a piedi con te». La risposta degli abitanti di Sydney è stata inaspettata: 6500 tweet in meno di 12 ore.
Twitter e i social network sono serviti anche per raccogliere commenti e testimonianze: «Non volteremo le spalle ai nostri fratelli musulmani, siamo tutti australiani» scrive Nikos. «Oggi in metropolitana ho visto due uomini abbracciarsi. Abbiamo un'arma più forte di quelle dei terroristi: la fratellanza – aggiunge Jason -. Nel cercare di spaventarci, l'avete rinsaldata». «Un raggio di luce in questa buia mattinata di Sydney», conclude Maxine.