Un tweet è buono o cattivo?
Franco Ferrarotti, uno dei padri della sociologia in Italia, ha scritto: «il senso della vita sta nelle pieghe nascoste. Non è autoevidente». Pochi giorni fa, sui principali quotidiani nazionali, è stato raccontato un fatto di cronaca di quelli che trasformano un uomo comune in un eroe popolare. Un operaio, mentre se ne andava a lavorare col furgone della sua ditta, ha prontamente soccorso una ragazza coinvolta in un incidente stradale. Così facendo, anche se il gesto gli è costato qualche grattacapo burocratico, le ha salvato la vita.
Intervistato dal Corriere della sera, il buon samaritano ha detto di essere rimasto senza parole di fronte alle persone che avevano assistito con lui all’incidente, le quali, anziché intervenire (di fronte a un fatto così grave e senza un’adeguata preparazione medica è comunque comprensibile la posizione di chi si "limita" a chiamare i soccorsi), riprendevano la scena col telefonino.
Di pochi giorni fa anche la notizia dell’iniziativa lanciata su Twitter dal sindaco di Lampedusa Nicolini, che ha invitato tutti gli italiani a spedirle dei libri per creare una biblioteca sull’isola siciliana. Libri già letti, libri che desideriamo regalare o per i quali, magari, non abbiamo più spazio dentro casa. Il sindaco di Lampedusa ha pensato bene di sfruttare l’attenzione mediatica generata dalla storica visita di papa Francesco per creare un’interazione virtuosa tra la sua terra e il resto dell’Italia. E l’ha fatto attraverso l’hashtag (sono quelle paroline che permettono di creare dei canali tematici su Twitter e altri network sociali precedute dal cancelletto#) #lampedusalegge.
Due episodi agli estremi: da una parte l’incapacità di comprendere la realtà senza un filtro mediatico e l’esasperazione della retorica dello share, del condividere tutto ad ogni costo. Dall’altra, l’utilizzo di un nuovo mezzo di comunicazione per coinvolgere attivamente le persone nella vita politica e sociale della propria terra.
Vengono in mente le parole di Ersilio Tonini che, a chi gli chiedeva cosa pensasse dei mezzi di comunicazione di massa, parafrasava il sant’Agostino dei Discorsi, quando descrive l’oro come un bene per i buoni e un male per i cattivi. Allo stesso modo i mass media possono essere luogo di confronto e relazione per chi li adopera correttamente, oppure di svilimento della persona, per chi ne fa un uso improprio.
Stesso discorso vale per internet: offre senza dubbio una potentissima possibilità di comunicare, nel caso in cui sia abbia qualcosa da comunicare, ma quando si ostina a comunicare esclusivamente se stesso ricorda tanto il titolo di quel volume di Ferrarotti citato all’inizio: la perfezione del nulla.