Un trauma positivo

A Brno un progetto europeo dedicato alla prevenzione della violenza giovanile. La notizia su Nove Mesto, la Città Nuova della Repubblica Ceca.
Un trauma positivo

da Brno

 

La Repubblica Ceca ha recentemente ospitato una conferenza internazionale sulla prevenzione della violenza tra i ragazzi,  promossa dalla società civile Trialog. Si è così concluso  il progetto pilota chiamato Forti senza violenza, inserito nel programma Daphne, dedicato al sostegno dei giovani a rischio di bullismo e vandalismo. Vi  hanno partecipato centinaia di studenti delle diverse scuole scelte tra i Paesi europei membri del progetto: Cechia, Germania, Polonia, Romania e Ungheria. Sono scaturite riflessioni sul significato della violenza e gli studenti sono stati parte attiva del musical Streetlight del gruppo internazionale Gen Rosso : la storia di Charles Moats, simbolo della non violenza a Chicago.

Tra i partecipanti: difensori civici, sindaci, membri dei vari ministeri, esperti dal mondo dell’educazione, dell’istruzione pubblica, della sanità, delle forze dell’ordine e della giustizia. In tutto più di 200 persone. Presente anche l’arcivescovo di Praga, il cardinale Vlk e una dirigente del Daphne, Marilena Raouna.

Il motto della conferenza “Insieme si fa di più” ha permeato gli stimolanti interventi. Il pensiero di Chiara Lubich è stato espresso da alcuni convegnisti in alcune idee chiave: la “regola d’oro”, il “dare”, il “lavorare insieme”, “costruire la reciprocità”  offrendo un respiro universale alle vaste problematiche affrontate.

Filip Caby, psichiatra tedesco di Papenburg, ha presentato un concetto sorprendente, che si chiama “il trauma positivo”. Con i suoi colleghi della clinica si è chiesto come poter spiegare i cambiamenti immediati di alcuni ammalati: questi, dopo aver trascorso solo tre giorni con il Gen Rosso e con l’equipe del progetto Forti senza violenza hanno “subìto” ciò che si potrebbe chiamare un “trauma positivo”. La loro vita è cambiata  profondamente, positivamente. È stato questo l’augurio finale della conferenza: che rimanga in tutti, appunto, un “trauma positivo”. Si sono creati – nella conferenza ed in tutto il progetto, – rapporti profondi e una rete di persone  portatrici di questi valori. Si è contributo alla concretizzazione del sogno di Chiara Lubich di lavorare “insieme per l’Europa” nello spirito dell’unità. Seguiranno altri progetti nei Paesi membri del progetto. Nella Cechia, a fine agosto, è in preparazione un “International summer camp”, un campo estivo. 

 

 

 

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