Un trampolino di lancio
Abbiamo ricevuto in redazione non poche lettere a proposito del problema dell’abolizione delle tariffe postali agevolate...
Abbiamo ricevuto in redazione non poche lettere a proposito del problema dell’abolizione delle tariffe postali agevolate, prassi consolidata da decenni, che ha costretto numerose riviste della società civile a modificare l’offerta ai lettori: meno uscite nell’anno, meno pagine, meno articoli, aumento dei prezzi. Per non parlare della pubblicità, drenata dalla televisione e da giornali e riviste dei grossi gruppi editoriali. Avvenire da qualche giorno sta alzando i toni, parlando di “delitto mediatico”. Ha ragione il collega Tarquinio: la situazione è grave.
Ma sentiamo cosa dicono i nostri lettori. Annamaria Chiaretti, «una vostra fan», propone di «ideare e organizzare dei centri di distribuzione nelle diverse zone regionali in modo che ciascun abbonato vi possa "ritirare" la propria rivista mensilmente». Analoga l’idea di Paolo Balestrazzi, di Napoli: «Affidare un certo numero di copie ad alcune edicole». Vito Perilli propone di «aumentare il numero delle pagine da 84 a 92 e di accrescere la pubblicità». Giuseppe Messina, invece, da Calascibetta (Enna) propone due soluzioni: «Dividere la somma di costi supplementari in parti più o meno uguali tra gli abbonati e trasformare la rivista in un mensile».
Abbiamo analizzato le proposte dei nostri lettori e alla fine abbiamo dovuto arrenderci: i depositi locali sono sì una soluzione, ma a conti fatti più dispendiosa del previsto e senza la sicurezza che la rivista arrivi agli abbonati; la pubblicità? Se ce ne fosse, la prenderemmo, sempre che sia compatibile con i nostri princìpi, ma non ce n’è; trasformare la rivista in mensile è una possibilità, ma non praticabile per la frequenza quindicinale a cui tantissimi lettori sono affezionati.
Nel frattempo è arrivata un’altra tegola: l’aumento del costo della carta e di altre utenze. Che fare allora? Dividere la somma dei rincari tra gli abbonati, proponeva Giuseppe Messina; con grande dispiacere siamo giunti alla conclusione di aumentare il prezzo dell’abbonamento, che passa da 45 a 47 euro, sapendo che per coprire tutti i costi supplementari avremmo dovuto innalzarlo a 50. Da tre anni non lo modificavamo, e quindi l’aumento sarà inferiore comunque all’aumento del costo della vita certificato dall’Istat. Per recuperare l’altra parte dei costi, tuttavia, abbiamo dovuto ridurre le uscite da 23 all’anno a 21: nei tre mesi estivi del 2011, quindi, riceverete, ahimé, solo un numero della rivista, e non due. Questa soluzione, dopo ampia consultazione, ci pare la meno dolorosa.
Nel frattempo abbiamo deciso di continuare nella pubblicazione dei libretti della collana “Passa parola” allegati alla rivista, portandoli per semplicità da dieci a dodici: ci si potrà abbonare alla serie in qualsiasi momento dell’anno. Continuiamo a proporvi questi “libretti” perché, in questa fase storica, non ci sembra giusto fare economia di formazione e approfondimento. Il costo di questi libretti, solo per gli abbonati alla rivista, passa da 15 a 20 euro. Tali libretti, venduti più tardi in libreria, costeranno in totale 42 euro, cioè più del doppio.
Chiara Lubich ci ha insegnato che bisogna fare di ogni difficoltà «un trampolino di lancio»: questo è lo spirito col quale abbiamo affrontato anche questa crisi. Noi qui a Roma, ma anche voi lettori, che ci avete aiutato non poco a superare questo momento.
Ci siamo e ci saremo ancora, per offrire qualche goccia di quello “spirito di fraternità” che può essere la salvezza nostra personale, della nostra Italia che affonda, dell’Europa che ha smarrito i suoi orizzonti e di un mondo globalizzato. Avanti! E buone vacanze!