Un tramezzino vi seppellirà

Accade in un bar di Monza. Tutto ha origine da un atto di generosità, evidentemente contagioso, da cui nasce il "tramezzino sospeso", analogo al caffè sospeso di una volta. L'iniziativa prende forma dopo un post positivo su Facebook, che riproponiamo nella Settimana delle buone notizie

Aprire Facebook a volte è un vero atto di coraggio, perché dietro a quel semplice “tap” sull’iconcina blu sullo schermo del nostro smartphone si sa che si può nascondere un “bombardamento mediatico” tremendo, da cui appare spesso difficile districarsi: “buongiornissimi” e gattini in ogni forma, frasi motivazionali, appelli di ogni genere, i cosiddetti “meme” (un’immagine spesso buffa ed evocativa di un personaggio famoso su cui vengono aggiunte delle frasi ironiche o che fanno ridere), i post degli indignati di turno, link ad approfondimenti di ogni genere.

Su Facebook c’è un mondo. Anzi, forse su Facebook c’è “il mondo”, perché su Facebook ci siamo noi. Forse è questo che alla fine un po’ ci attrae, di questa piazza: il fatto che Facebook in fondo rappresenta il nostro spaccato di umanità.

Ma, in mezzo a questo “disordine informativo” spesso si nascondono anche tante storie quotidiane, che chi vive decide di regalare alla “piazza virtuale” e che spesso diventano virali, rimbalzando di bacheca in bacheca. Come la storia di Paolo Loscalzo, titolare di un bar a Monza, che vi proponiamo nella Settimana delle good news promossa da Città Nuova.

Paolo alle 3:29 del 28 settembre pubblica un post (che potete leggere qui sotto) che nel giro di poche ore diventa virale, arrivando ad oltre 2000 condivisioni. Nasce il #TeamTramezzino e tante persone passano dal bar di Paolo a lasciare il loro “tramezzino sospeso” per diventare, come racconta Paolo nel suo ultimo post, “ospiti del tramezzino”. In poche ore Paolo raccoglie 200 euro che andranno, insieme a quelli che altri vorranno donare, all’Associazione Pane Quotidiano, che ogni mattina fornisce un pasto caldo a chiunque ne abbia bisogno.

Non tutti hanno apprezzato il post di Paolo, qualcuno l’ha accusato di ricerca di popolarità ma sì sa, questo è il prezzo da pagare oggi.

Rimane una storia, rimaniamo noi. I pregiudizi di Paolo, che sono i nostri pregiudizi. La sorpresa di Paolo, che è la nostra sorpresa davanti ad un gesto solidale.

E quella necessità di cercare il buono in fondo al cuore di ciascuno, anche quelli che oggi ci sembrano cattivi.

Il Post 

Sarà un tramezzino che vi seppellirà.
(racconto lungo con zingari, maionese e colpo di scena finale.)

L’altro giorno stavo lavorando al bancone del Libra durante un mezzogiorno, come al solito tanta gente, tutto molto informale, insomma un bell’ambiente per lavorare e fare la pausa pranzo.
Verso fine turno lo vedo entrare e so che sarà un problema. Giacca stazzonata, faccia segnata da una vita sicuramente difficile, lascia l’idea di un uomo che vive in auto, ha i movimenti rapidi di un predatore spaventato, sul chi vive. Vede che può ordinare senza pagare subito e mi si avvicina. Sorrido.
Gli chiedo se ha bisogno di qualcosa. Ha occhi fermi ma stanchi, si vede che avrebbe bisogno di una doccia e di un buon sonno.
«Panini, quanto?».
Io glielo offrirei volentieri ma ho paura prima di tutto di ferirlo, sono cose delicate che si capiscono solo quando si lavora tanto con le persone, tutti i tipi di persone..
«3 euro» – gli dico per andargli incontro – «e te lo faccio fare come vuoi».
Sorrido.
«Senza maiale» –  dice in uno slavo italianeggiante.
«Un bel tramezzino tonno pomodoro lattuga e salsa, va bene?…3 euro e ci metto anche la Cola, oggi c’è un offerta» mi invento al volo…
Annuisce, non capisce bene cosa succede, forse pensa che voglia fregarlo, continua a guardarsi intorno, cerca probabilmente la presenza di un buttafuori…inizia a rovistarsi nelle tasche.
«Tranquillo, paghi dopo gli dico, siediti pure…».
Si mette su una panca all’esterno da dove può guardarmi.
Mando l’ordine in cucina, spiego la situazione e chiedo che lo facciano bello gozzo quel tramezzino.
Faccio pagare un paio di persone, gli porto la Cola giusto mentre arriva il tramezzino. Che non è un tramezzino.
È il Fottuto Tramezzino Di Fine di Mondo. È tipo quadruplo e c’è dentro l’equivalente di un pasto-famiglia in tonno e verdure. Mi viene da ridere e ringrazio la fortuna di avere ragazzi simili a lavorare con me…
Occhio Stanco continua a subodorare una fregatura, sembra seduto sui carboni ardenti ma in quattro morsi si divora il Tramezzinosaurus Rex. Visto che sto passandogli vicino mi chiede
«Posso caffè?».
Sorrido.
Annuisco e vado alla vecchia, storica Faema. Metto sotto il beccuccio la tazzina e – riflesso nella macchina –  vedo che Giacca Stazzonata si alza e a passo spedito se ne va attraversando la strada. Gli auguro dentro di me buona fortuna, con una punta di dispiacere per non avergli potuto far provare il mio caffè. Vado fiero del mio espresso…nel frattempo un altro cliente, che era fermo al bancone a mangiare un panino e ha visto e seguito tutto, si muove deciso e mi viene incontro. È un quarantino brizzolato bene, con una Lacoste di un colore che se lo metto io sembro sbirulino e invece su di lui sembra elegante, jeans falso usurati, occhiali fumè e orologio digitale d’ordinanza..
«Eccallà – penso -. Adesso questo mi attaccherà un pippone sugli zingari, i ladri, la riconoscenza, i nostri nonni mica scappavano senza pagare…» E invece dice solo:
«Piadina, birretta, caffè».
«Sono dieci euro» – dico -, e sorrido riconoscente del suo silenzio.
Lui prende il portafoglio, mi dà un Ticket restaurant da 10 poi esita un attimo e mi dà altri 10 euro
«Pago anche per il signore di prima –  dice – credo che sia dovuto andare…».
Sorrido per la prima volta veramente e non solo con la faccia.
«Grazie ma non posso accettare, era mio ospite».
Lui sembra rimanerci un po’ male, rimette il deca in tasca, fa per girarsi poi invece mi guarda, tira di nuovo fuori i soldi e dice: «Allora glieli lascio, se torna lui o un suo amico mi farebbe piacere che fossero anche i miei ospiti».
Prendo i soldi e vorrei stringergli la mano, ma lui saluta ed esce. E io mi rendo conto che aveva un accento straniero, forse slavo anche lui. E mi chiedo quale è la sua storia. Figlio di immigrati? Arrivato qua in cerca di fortuna? Avrà avuto anche lui momenti difficili o semplicemente si è sentito solidale con uno straniero in terra straniera? Lo guardo mentre attraversa veloce la strada e penso che in fondo a qualsiasi tunnel, ai tubi catodici, ai titoli dei giornali e dei talkshow ci sono le persone, che sono sempre meglio di come le immaginiamo. E che quel manipolo di violenti che seminano paure e odio perché è nella paura e nell’odio che vivono, non hanno scampo.
Un giorno un Tramezzino li seppellirà, tutti.

 

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