Un sol corpo

Hai mai frequentato una comunità viva di cristiani veramente autentici? (…) Se sì, avrai notato che vi sono molte funzioni in coloro che la compongono: chi ha il dono di parlare e ti comunica realtà spirituali che ti toccano l’anima; chi ha il dono d’aiutare, di assistere, di provvedere e ti fa meravigliare di fronte ai successi raggiunti a beneficio di quanti soffrono; chi insegna con tanta sapienza da infonderti una nuovissima forza alla fede che già possiedi, chi ha l’arte di organizzare, chi di governare; chi sa capire quelli che avvicina ed è distributore di consolazione ai cuori che ne abbisognano. Sì, tutto questo puoi sperimentare, ma soprattutto ciò che ti colpisce in una comunità così viva è l’unico spirito che tutti informa e ti sembra di sentir aleggiare e fa di quella originale società un unum, un solo corpo. Anche Paolo, e lui in modo particolare, si è trovato di fronte a comunità cristiane vivissime, suscitate proprio dalla sua straordinaria parola. Una di queste era quella, giovane, di Corinto, nella quale lo Spirito Santo non era stato parco nel diffondere i suoi doni o carismi, come si chiamano. (…) Senonché, questa comunità, fatta l’esperienza esaltante dei vari doni elargiti dallo Spirito Santo, aveva conosciuto anche rivalità o disordini, proprio fra coloro che ne erano stati beneficiati. Fu necessario allora rivolgersi a Paolo, che era ad Efeso, per avere dei chiarimenti. Paolo non esita e risponde in una delle sue straordinarie lettere, spiegando come vadano usate queste grazie particolari. Egli spiega che esiste diversità di carismi, diversità di ministeri, come quello degli apostoli o dei profeti o dei maestri, ma che uno solo è il Signore da cui provengono. Dice che nella comunità esistono operatori di miracoli, di guarigioni, persone portate in modo eccezionale all’assistenza, altre al governo, come esiste chi sa parlar lingue, chi le sa interpretare, ma aggiunge che uno solo è Dio da cui hanno origine. (…) Paolo, pur pensando a doni particolari che riguardavano proprio la vita della comunità, è dell’avviso che ogni membro di essa ha la sua capacità, il suo talento da far trafficare per il bene di tutti, e ognuno deve essere contento del proprio. (…) Se ognuno è diverso, ognuno può essere dono per gli altri, e con ciò essere sé stesso e realizzare il proprio disegno di Dio nei confronti degli altri. E Paolo vede nella comunità, in cui i diversi doni funzionano, una realtà cui dà uno splendido nome: Cristo. Il fatto è che quell’originale corpo che compongono i membri della comunità è veramente il Corpo di Cristo. Cristo infatti continua a vivere nella sua Chiesa e la Chiesa è il suo corpo. Nel battesimo, lo Spirito Santo incorpora in Cristo il credente, che viene inserito nella comunità. E lì tutti sono Cristo, ogni divisione è cancellata, ogni discriminazione è superata. Se il corpo è uno, i membri della comunità cristiana attuano bene il loro nuovo modo di vivere se realizzano fra loro l’unità, quell’unità che suppone la diversità, il pluralismo. La comunità non assomiglia ad un blocco di materia inerte ma ad un organismo vivente con diverse membra. Il provocare le divisioni è, per i cristiani, fare il contrario di quanto devono. Come allora vivrai questa nuova Parola che la Scrittura ti propone? Occorre che tu abbia un grande rispetto per le varie funzioni, per i doni e i talenti della comunità cristiana. Bisognerà che tu dilati il cuore su tutta la varia ricchezza della Chiesa e non solo della piccola Chiesa che frequenti e ti è nota, come la comunità parrocchiale o l’associazione cristiana cui tu sei legato, oppure il movimento ecclesiale di cui sei membro, ma della Chiesa universale, nelle sue molteplici forme ed espressioni. Tutto devi sentir tuo, perché sei parte di questo unico corpo. E allora, come tieni in considerazione e proteggi ogni membro del tuo corpo fisico, così devi fare per ogni membro del corpo spirituale. (…) L’essenziale poi è che tu possegga quel carisma che, come annunzia Paolo, supera tutti gli altri ed è l’amore: l’amore per ciascun uomo che incontri, l’amore per tutti gli uomini della terra. È con l’amore, con l’amore reciproco, che le molte membra possono essere un sol corpo. Testo integrale pubblicato su Città nuova n. 24/1980.

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