Un sogno di pace

Rappresentare il nostro tempo con le sue contraddizioni e i suoi drammi, i sogni e le attese, non è impresa facile. Soprattutto coreograficamente, senza incorrere nel facile gesto didascalico o nella pantomima. Ancor più difficile voler trasmettere, senza cadere nella retorica, un messaggio di pace, di tolleranza, di speranza. Risultava dunque uno spettacolo ambizioso, il progetto DiversaMente di Marina Michetti con la compagnia Aton Dino Verga per il festival romano Invito alla danza. Riuscito invece in pieno, per originalità e costruttività coreografica. Sotto l’unico titolo DiversaMente, composto da tre differenti coreografie, si affronta il tema dell’incontrarsi e dello scontrarsi (Cross Currents, coreografia di Merce Cunningham), dell’uguaglianza e della diversità (Narciso e Boccadoro, di Dino Verga e Luca Russo), della scoperta dell’altro in un sogno di comprensione e accettazione reciproca (I have a dream, di Dino Verga). Quest’ultimo balletto vive di un sapiente amalgama sonoro e musicale, un dialogo tra differenti stili – classico e rock, e contaminazioni jazz – interrotto continuamente dalla celebre frase di Luther King e dalle voci registrate di uomini del ventesimo secolo che hanno gridato parole di pace e di comprensione: da Kennedy a Einstein, da Che Guevara a Paolo VI, al Pandit Nehru; fino al contrappunto dei rappresentanti di tutte le religioni che invocano la pace negli storici incontri di Assisi. Sulla scena dominata da quattro lavagne – la grande aula del mondo – con scritte e disegni, tutti si trovano nella condizione di apprendere. Spostate dai danzatori, le lavagne tracciano percorsi e traiettorie svelando gli aspetti esteriori e interiori dell’uomo con movimenti fluidi, a terra, e in tensione. Ma non sempre il coreografo ci consegna le chiavi per poterli comprendere. Senza narrare, ma travasando i contenuti in danza contemporanea, Verga crea un prologo dove il lamento di un mondo muliebre clonato e sopravvissuto alla deflagrazione atomica si snoda attraverso immagini oniriche riferite ad avvenimenti storici e a citazioni letterarie. Fino a comporre il quadro di un cammino luminoso e spoglio da ogni pregiudizio e discriminazione. Visione ricomposta dagli eccellenti danzatori della compagnia (l’unica in Italia ad avere con Cross Currents il permesso di eseguire una coreografia di Cunningham, nella cui tecnica padroneggiano). Le loro doti espressive sono maturate anche sul piano teatrale, a vantaggio dell’armonia e della forza del contenuto.

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