Un Sinodo straordinario sulla famiglia e le sue sfide

Papa Francesco, dal 5 al 19 ottobre 2014, indice un'assise dei vescovi di tutto il mondo sul tema: "Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell'evangelizzazione". Crisi sociale e spirituale intaccano il nucleo vitale della società e della comunità ecclesiale. Urgente approfondire e dare risposte
Il papa incontra le famiglie

È molto complesso il tema che il prossimo Sinodo dovrà affrontare attraverso un itinerario di lavoro in due tappe. La prima, l’assemblea generale straordinaria del 2014, «dovrà precisare lo stato della questione», «per annunciare e vivere credibilmente il Vangelo per la famiglia». La seconda, l'assemblea ordinaria prevista per il 2015, dovrà «cercare linee operative per la pastorale della persona umana e della famiglia». L’ha spiegato il vescovo Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi durante la presentazione alla stampa del documento preparatorio del prossimo Sinodo. Papa Francesco lo ha voluto straordinario perché «pur riguardando il bene della Chiesa universale, esige una rapida definizione», data l’incidenza della crisi sociale e spirituale del mondo sulla vita familiare. Da qui l’urgenza pastorale.

Il documento preparatorio composto nella sua terza parte di 38 domande è stato inviato a tutte le conferenze episcopali del mondo. Queste, e analogamente gli altri organismi consultati, dovranno far giungere le loro risposte entro il 31 gennaio, a seguito di una consultazione il più ampia e capillare possibile, attraverso parrocchie, movimenti, altri gruppi. Bisogna infatti, che le questioni trattate «calino fino alla base», così si è espresso mons. Baldisseri.

Alcune questioni scottanti. Il documento collega strettamente «la problematica della famiglia con quella del matrimonio», ha esordito il cardinale Péter Erdö, di Budapest e relatore generale del prossimo Sinodo, che ha affrontato alcune delle questioni più problematiche.

Tra queste le unioni di fatto «di coppie che vivono insieme senza matrimonio religioso o civile», fenomeno statisticamente molto diffuso se in certi Paesi rappresenta «la maggioranza delle coppie conviventi e la stragrande maggioranza delle giovani coppie». Molte di loro «frequentano gruppi catechetici o appartengono a dei movimenti di spiritualità» e questo è un fenomeno che richiede «una riflessione approfondita».

Riguardo ai divorziati risposati e alla particolare «cura pastorale» che esigono, si è riferito del loro sentirsi «emarginati nella Chiesa», non solo per quanto riguarda l’accesso ai sacramenti della penitenza e della comunione, ma anche per «i rapporti di lavoro negli istituti di pubblico servizio gestiti dalla Chiesa».

Il cardinale ha fatto poi cenno allo «snellimento della procedura della dichiarazione di nullità del matrimonio» e alle eventuali «iniziative pastorali riguardo alle persone che vivono in situazioni matrimoniali difficili».

In riferimento poi alle unioni di persone dello stesso sesso, le domande del documento cercano di chiarire «le diverse regolamentazioni civili e l’atteggiamento pastorale della Chiesa». Tra l’altro viene posto il problema dell’educazione dei figli che vivono nel contesto di situazioni matrimoniali irregolari. Infine si affronta il tema dell’apertura degli sposi alla vita, secondo le indicazioni dellaHumanae Vitae.

Attenzione, accoglienza, misericordia. Dell’importanza e valore della famiglia ha parlato anche Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e segretario speciale della prossima assemblea straordinaria. Dal punto di vista teologico ha toccato i contenuti del documento dicendo che in esso non si dibattono «questioni dottrinali, peraltro esplicitate dal Magistero anche recente», ma che è un invito a tutta la Chiesa «a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono oggi tante famiglie», «manifestando a esse vicinanza e proponendo loro in maniera credibile la misericordia di Dio». Attenzione, accoglienza e misericordia: tre parole chiave su cui insistere «nei confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali».

Numerose poi sono «le situazioni contestuali nuove, che richiedono attenzione peculiare da parte della Chiesa: dalla cultura del non-impegno e della presupposta instabilità del vincolo, alla riformulazione dell’idea stessa di famiglia, a un diffuso pluralismo relativista nella concezione del matrimonio, fino a proposte legislative che svalutano la permanenza e la fedeltà del patto matrimoniale».

Annunciare il Vangelo della famiglia. In pratica papa Francesco chiede ai vescovi di tutto il mondo di riflettere sulla visione cristiana di famiglia. Non si tratta «di discriminare gli altri, ma di annunciare il Vangelo e cercare di capire le situazioni attraverso quello che è il suo cuore, cioè il rispetto della persona». La Chiesa, ha aggiunto mons. Forte, deve crescere anche nella comprensione. Non è un corpo statico. In questo senso «il questionario inviato ai vari organismi vuole fare una fotografia della realtà nella quale la Chiesa oggi è chiamata ad annunciare il Vangelo».

«Bisogna lavorare, pregare, comunicare le esperienze. Non le opinioni ma le esperienze fatte nella fede», ha concluso il cardinale Erdö. Lavorare insieme. «Un ascolto non esente da rischi o dalla costatazione che forse una maggioranza di fedeli non condivide alcuni punti dottrinali sulla famiglia e sul matrimonio», ha aggiunto mons. Forte. Ma anche qui, collegialità e sinodalità della Chiesa con il vescovo di Roma porteranno ad un ulteriore «discernimento nell’ascolto dello Spirito Santo». Al papa poi spetta «la decisione ultima, per il bene della Chiesa e della famiglia umana, al cui servizio essa si pone».

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