Un signor giornalista. Tim Russert

La sorpresa dopo la sua morte: la sua coerenza cristiana, la sua lungimiranza. Tim Russert era il miglior analista politico degli Stati Uniti. Ogni domenica mattina, il suo programma televisivo era un appuntamento “sacro” per milioni di americani. Era nato in una famiglia molto umile nel nord dello Stato di New York, aveva mosso i primi passi nel mondo della politica accanto al governatore di New York, Mario Cuomo, per poi passare al giornalismo con il canale televisivo Nbc. Dal 1991 conduceva il prestigioso Meet the Press (Incontra la stampa), il programma in cui Russert rendeva commestibili i temi più avviluppati della politica americana. È morto a 58 anni, lo scorso 20 giugno, per un infarto. La sua scomparsa ha provocato una commozione profonda nel Paese. Gli americani hanno pianto la perdita di un amico fidato, di un fratello maggiore. Giornali e televisioni ne hanno celebrato non solo la professionalità, ma anche la personalità. È venuta in rilievo la sua dedizione al lavoro, alla famiglia ed agli amici, come espressione anche di una fede profonda. Chris Matthew, collega e rivale di Tim Russert, ha aperto la sua trasmissione nel giorno della sua morte recitando un’Ave Maria. La vita di Tim Russert – ha detto Matthew – è stata un’Ave Maria. Russert era amato perché il giornalismo per lui era una missione. Con i politici che intervistava era severo e garbato allo stesso tempo. Esigente, ma senza diventare mai ostile. Inquisitivo, ma rispettoso. Esigente, ma senza perdere il buon umore. Faceva notizia, ma non la urlava. Con passione da cittadino, sentiva la responsabilità di essere un guardiano della democrazia. Trattava allo stesso modo repubblicani e democratici, un membro del congresso o il presidente degli Stati Uniti. Sono infinitamente curioso – ha confidato Russert ad un altro grande giornalista americano, Charlie Rose -. Sono affascinato da chi ha avuto successo, da chi ha deciso che è più preparato degli altri 300 milioni di americani per guidare il Paese. Perché? Io voglio entrare nei loro cuori, nelle loro menti, scoprire cosa li motiva e quali sono i veri piani che hanno per il Paese. È questo che mi anima. Nel giorno dei funerali, per volontà del figlio Luke, i due candidati alla presidenza John McCain e Barack Obama sedevano uno accanto all’altro. Nell’elogio funebre, Luke ha esortato i politici a discutere temi cruciali per i concittadini, abbandonando la tentazione di una politica dai colpi bassi. Al termine della cerimonia, i due candidati si sono abbracciati. È stata l’ultima lezione a tutti noi di Tim Russert.

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons