Un Savonarola dei nostri giorni

Billy Esposo, tra i più famosi editorialisti delle Filippine è morto questo fine settimana. Era anche un collaboratore di Città Nuova e grande amico dei Focolari. E' stato l'ideatore della campagna elettorale di Cory Aqino contro il dittatore Marcos e anche l'attuale presidente deve a lui la sua vittoria. Il ricordo di un amico
Billy Esposito

Un aspetto imponente, occhi di fuoco, mente sempre allerta, antenati scozzesi. Suo nonno sia chiamava McGregor, della stessa famiglia di quelli che Mel Gibson ha immortalato nel film Braveheart, pronti a morire per un’idea.

Cosi’ si presentava Willam Esposo, per gli amici Billy, editorialista di fama e collaboratore di Città Nuova per le Filippine. La prima volta che lo incontrai aveva gia’ nel suo bagaglio un curriculum impressionante: una carriera folgorante nel marketing di orologi, direttore della campagna elettorale di Cory Aquino contro l’allora dittatore Marcos, direttore dell’agenzia governativa di notizie, direttore di un canale TV, distributore di telefilm. Eppure sembrava che avesse appena cominciato a lavorare e aveva una visione precisa e senza tentennamenti del suo compito e di come assolverlo.

Il suo grande sogno era uno solo: aiutare il suo Paese a riprendersi dai disastrosi anni della dittatura e ridare dignità a quel popolo filippino cosi’ martoriato dalla storia. Nel 2000, lo invitai a Roma per il giubileo dei giornalisti e l’incontro di Net-one, la rete di operatori dei mass-media che si ispirano al carisma dei Focolari. Mi disse che non poteva, perche’ doveva sottomettersi a dialisi due volte la settimana. La signora che mi aveva suggerito di andarlo a trovare, non si scompose: «Pregheremo per te e tu verrai a Roma con noi», fu la sua serena risposta.

Dopo una settimana Billy mi telefonò, per dirmi che il dottore aveva inspiegabilmente riscontrato una ripresa nella funzione dei reni e gli aveva dato il permesso di viaggiare. Lui attribuiva questo “miracolo” alle preghiere della nostra comune amica.

Venne a Roma, e si avverarono per lui due sogni quasi impossibili: incontrare Chiara Lubich, di cui aveva conosciuto il carisma quando era giovanissimo, e vedere Giovanni Paolo II. Durante l’incontro di Net-One, conobbe Chiara e all’udienza dei giornalisti con il papa, lui fu uno dei pochi che lo salutarono personalmente.

Tornato in patria, i reni ricominciarono a dare problemi, ma per Billy era iniziata quasi una nuova vita, e prese a darsi da fare per far conoscere il carisma dell’unità a giornalisti, politici, industriali. Lui vi intravedeva la soluzione a tutti i problemi del suo Paese. E non si dava pace se non suscitava occasioni per far partecipi tutti di progetti e idealità.

Dopo un trapianto ai reni, nel 2004 riusci a portare a Roma per un secondo incontro di Net-one ben 34 persone, giornalisti di tutte le testate, dei maggiori canali televisivi insieme a persone impegnate in politica. Scoperto il progetto dell’Economia di Comunione, organizzò eventi e seminari per farlo conoscere alle grandi aziende filippine.

Ogni tanto telefonava al centro del Movimento nelle Filippine perchè non si era troppo veloci nel rispondere alla aspettative del paese. «Abbiamo in mano le risposte, ma sembra che abbiamo paura di farne dono agli altri». Ci spronava così, in maniera forte e decisa a non fermarci.

Quando Maria Voce, la presidente dei Focolari venne nelle Filippine, lui chiese e ottenne un incontro con lei in cui espresse con forza il suo desiderio struggente di contribuire a una societa’ piu’ giusta. Maria Voce allora lo defini’ “Figlio del tuono”.

Durante i funerali di Cory Aquino, un’idea: proporre come futuro presidente il figlio di Cory, Begnino Jr. E cosi’, da un semplice sms, inizio’ una campagna elettorale che ebbe dell’incredibile, a partire dalla riluttanza con cui l’allora senatore accettò di entrare in corsa. Quando poi in effetti Aquino fu eletto, Billy si ritirò in buon ordine, contento di aver contribuito a quella che viene definita la rinascita delle Filippine, con un Paese in sviluppo veloce e con la corruzione in discesa altrettanto veloce.

Continuò naturalmente a tuonare dalle pagine del giornale che ospitava i suoi editoriali, con un numero di lettori sempre piu’ vasto. Tanti di loro nutrivano il proprio pensare con i suoi commenti. Altri invece non riuscivano a farsi una ragione o addirittura si scandalizzavano della  forza con cui affrontava i temi del giorno. Ogni tanto cercavamo di raddolcirlo, ma l’impresa si rivelava alquanto impossibile.

L’elezione di Papa Francesco lo fece enormemente felice, e ne scrisse a lungo. Poi, una crisi ai reni piu’ acuta del solito lo ha portato via nel mezzo della notte tra sabato e domenica. In un sms inviato agli amici del Focolare scriveva, appena due settimane fa, «Forse e’ ora di andare», ma poi si era ripreso.

Un giorno l’avevo definito il Savonarola delle Filippine e, non conoscendo la storia del frate, aveva fatto una ricerca approfondita e mi aveva telefonato dicendomi quanto si sentiva vicino a lui. Le tante battaglie che Billy ha condotto lo hanno infatti portato a una vita spirituale intensa e al contempo ad un lavoro costante, prezioso, impegnato per il suo popolo.

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