Un regalo per Francesco. Il “mate” del papa
La corrispondente di Ciudad Nueva argentina ha colto l'occasione dell'udienza con i rappresentanti della stampa per regalare al pontefice un "mate" con la cannuccia. Il contenitore è usato per sorbire una tipica bevanda del Cono Sud. La foto ha fatto il giro del mondo
Con un papa argentino poteva mai mancare il mate? Sarebbe come eleggere un papa napoletano che non prende caffé: una contraddizione. La foto della donna che glielo offre ha fatto il giro del mondo. Lei è nientedimeno che la nostra collaboratrice della redazione di Buenos Aires di Ciudad Nueva, la signora Virginia Bonard, in questo momento nostra corrispondente a Roma.
Colta di sopresa, come tutti noi, dall’elezione del cardinale di Buenos Aires, Virginia ha approfittato dell’udienza concessa ai giornalisti per avvicinarsi. Bergoglio l’ha subito riconosciuta, dato che la giornalista lavora in arcivescovato all’ufficio stampa e nella vicaria dei bambini, e l’ha subito chiamata sorpreso: “Virrrrginia!”
Si sono scambiati poche parole, colme di emozione e lei gli ha chiesto di non dimenticare i familiari delle vittime di Cromañon (nel 2004 durante un concerto rock, l'incendio di una sala ha provocato la morte di un centinaio di giovani, situazione che Bergoglio ha seguito molto attentamente), degli anziani, dei poveri, degli ammalati e dei bambini. Tutta commossa gli ha regalato il mate, composto da un contenitore che si ricava dalla scorza seccata di una zucca tipica dell'Argentina ed una cannuccia metallica bucherellata alla base, che serve per aspirare l’infusione di un erba amara (yerba mate) usata soprattutto nel Cono Sud (Argentina, Uruguay, sud del Brasile, Cile) come stimolante.
Un pò come a Napoli il caffé, il mate rappresenta un motivo di socializzazione. L’acqua deve essere ben bollente e si usa un unico contenitore e una unica cannuccia. Il calore dell’acqua impedisce la trasmissione dei batteri (bah, a me hanno sempre detto così, ma preferisco non farci troppo caso). La cerchia dei presenti riceverà a turno l’infusione per poi passarla di nuovo all’incaricato di distribuirla. Nel frattempo si fa colazione o merenda, si lavora avendo a fianco il termos con l’acqua e tutto il necessario che viene trasportato in contenitori di cuoio tipici da queste parti, o si fa una pausa, oppure quattro chiacchiere con gli amici dell’isolato, in casa o fuori, o mentre si passeggia o si viaggia in auto (facendo attenzione a passarlo al conducente al momento opportuno). I distributori di benzina hanno una macchina speciale che distribuisce acqua calda e mate di plastica da viaggio, tutto usa e getta. Oppure lo si prende tornando a casa dal lavoro e al posto della cena se il bilancio familiare non la consente, accompagnato da un pezzo di pane. Il mate è uno stimolante, anche abbastanza forte, attutisce sia la sensazione di stanchezza che… la fame.
Agli argentini piace una yerba più leggera, non cosí amara come in Uruguay (dove infatti si usa il sinonimo di prendere un “amargo”). In Paraguay, dove le temperature sono elevate tutto l’anno con poche eccezioni, il mate è diverso e si prende ben freddo, si chiama “tereré”, dissetante e rinfrescante. Nel resto dell’Argentina c’è chi ci aggiunge un po' di zucchero o una scorza di arancia o di limone per dare più sapore. I puristi non ammettono eresie: pura yerba e ci vanno piano a mischiarla tutta all’acqua, per farla durare di più: magari un paio di litri di acqua senza che perda completamente il sapore. Ma, come dicevo sopra, è sempre un'occasione per parlare, per dialogare, raccontarsi come è andata la giornata, stabilire uno di quei momenti che tanto piacciono agli argentini: trovarsi, parlare, farsi compagnia, approfondire l’amicizia.
Se c’é un Paese al mondo che ha il culto dell’amicizia e la gente sa coltivarla, questo è l’Argentina. E tutto diventa una scusa per celebrarla: il classico "asado" della domenica (la carne cotta alla brace) seguito dalla chiacchierata tra i commensali (la "sobremesa"), un compleanno (che qui si festeggia rigorosamente con amici e parenti), un caffé dopo essersi ritrovati magari per caso in strada. Tutto è motivo per rinsaldare rapporti e alla fine dei conti dirsi: restiamo amici e ricordiamoci sempre.
Santità, qui a Buenos Aires tutti la ricorderanno sempre. Speriamo proprio che le sia utile il regalo della nostra corrispondente. Viene dal cuore, come le sue parole di questi giorni.