Un pungolo per abitanti e politici
Nonostante le promesse delle istituzioni e l’impegno dell’esercito, a Somma Vesuviana i rifiuti continuano a invadere la città. Siamo nel Parco nazionale del Vesuvio, in provincia di Napoli: qui i cumuli della spazzatura hanno annullato una raccolta differenziata che pure funzionava dopo la chiusura della discarica locale. La signora Carmela, 70 anni, continua ad allineare sacchetti fuori al balcone, ma non nasconde la delusione. Ero contenta di differenziare i rifiuti – spiega – per rendere la città più pulita. Poi bruciarono i cassonetti, svuotando quelli rimasti nei camion dell’indifferenziata . Qui, alle pendici del Monte Somma, dopo agguati che hanno mietuto vittime anche tra i bambini, i clan controllano ancora il territorio. Eppure, sempre qui, c’è un tesoro che vuole risorgere e non è rappresentato soltanto dagli scavi archeologici finanziati dall’Università di Tokyo, ma è fatto di impegno e sacrificio e da gente che, nonostante le difficoltà, vuole lavorare alla costruzione di una società che rispetti la dignità delle persone. Intercettando il! disagio e il bisogno di partecipazione dei cittadini, i Giovani per un mondo unito e i ragazzi del Centro giovanile Vita hanno organizzato, di recente, un incontro pubblico in collaborazione con la rivista Città nuova. I 17 anni di esperienza popolare del Centro Vita – spiega Peppe Auriemma, uno dei responsabili – hanno avuto come luogo caratterizzante una città di un Sud a volte terribile, dove spesso la cosa peggiore è lo sguardo di rassegnazione di tanti e soprattutto dei giovani. Guardando Somma attraverso il sogno della fraternità universale, con un pugno di ragazzi l’abbiamo attraversata come vorremmo si abitasse il mondo: entrando con amore nella storia della propria terra, tentando di allargarne i confini e organizzandone la speranza. È nato così il convegno Dalla notte alla luce, Città nuova per città nuove. In un periodo difficile come quello che stiamo vivendo – commenta Katia Donnarummo, studentessa – spesso la gente dimentica il bene comune. Il convegno ci ha aiutato a riflettere su quello che sta accadendo per risvegliarci dal torpore e continuare a costruire la nostra identità. I relatori si sono confrontati con una platea variegata, formata da gio- vani, politici e da tanta gente comune. Don Giuseppe Giuliano, parroco della chiesa di San Giorgio martire e docente di Teologia morale fondamentale, ha sottolineato l’importanza dell’unità della comunità. Un percorso non semplice, visti i conflitti che lacerano società e istituzioni. Un esempio è il calvario che ha portato, a 19 mesi dalla sua elezione, il sindaco Raffaele Ferdinando Allocca a dimettersi. Abbandonato dai suoi stessi sostenitori, che per quattro mesi hanno impedito la formazione della giunta comunale, il primo cittadino ha gettato la spugna e, con in tasca le denunce dell’opposizione, qualche giorno fa ha rimesso, per la seconda volta, il mandato. Eppure, ha spiegato nel corso del convegno, lo scioglimento dell’esecutivo era avvenuto per liberare l’amministrazione da frange d’illegalità che rischiavano di comprometterla. Accogliendo con attenzione le critiche (esplicite, ma costruttive), il sindaco ha chiesto l’aiuto degli intervenuti per amministrare una città difficile e le prime indicazioni le ha ricevute subito. Da un impiegato, Paolo Carrozzo, che ha sollecitato il rispetto dei livelli minimi di decoro urbano, e da un ex consigliere comunale, Salvatore De Stefano, che ha sottolineato i limiti di un’amministrazione che guarda solo agli interessi privati. L’obiettivo comune, ha sottolineato Tonino Sabino, responsabile campano dell’associazione Azione mondo unito, deve essere la città interculturale, nella quale le diverse identità (religiose, etniche, politiche) non si annullano e non si combattono, ma dialogano per costruire una società più solidale. Gli interventi sono stati conclusi da Paolo Lòriga, caporedattore della rivista Città nuova, che ha accompagnato i presenti in un viaggio di speranza verso una società più giusta, realizzabile da ogni cittadino. Tante le reazioni. Da quando quattro anni fa sono tornato a Somma, ecco finalmente un convegno interessante, dice Antonio, finanziere e responsabile di un sito internet cittadino. Quel giornalista mi ha dato speranza – spiega una signora -, perciò mi abbono a Città nuova. Il convegno ha dato ai partecipanti nuova consapevolezza e la voglia di lavorare insieme per il bene comune. Quando lo sconforto per un lavoro che non soddisfa prende il sopravvento, quando troppi ostacoli minacciano la famiglia e il senso della vita sembra smarrito – raccontano due giovani sposi, Letizia e Virgilio -, le parole di un uomo che guarda al positivo e valorizza ciò che di buono c’è in una persona e in un paese smorzano anche il buio più nero. Ti guardi intorno e scopri che l’intera comunità ti è vicina. È questo che ti dà forza: capire che insieme possiamo mantenere accesa la fiamma della speranza e farci luce a vicenda. I segni di speranza non mancano, anche sul fronte dei rifiuti, nonostante una crisi che sembra infinita. Proprio a Somma è nato il progetto Albatros di Giuseppe Coppola, per abbinare alla raccolta differenziata una nuova forma di sviluppo economico mediante l’utilizzo dell’umido per l’allevamento di lombrichi. E sempre qui, da mesi, don Angelo Losco calamita tanti cittadini intorno alla chiesa di San Sossio, dove raccoglie tonnellate di carta e cartoni da riciclare, mentre le istituzioni continuano a tentennare.