Un presidente militare per l’Egitto
I risultati ufficiali e definitivi saranno pubblicati nei prossimi giorni, probabilmente sabato, ma è chiaro che il referendum per la nuova Costituzione si è risolto in un plebiscito per la proposta di Carta costituzionale, redatta dai cinquanta saggi dell’era Sisi, il generale che ha deposto il presidente Morsi.
I consensi dovrebbero arrivare attorno al 98 per cento e questo, in un Paese che negli ultimi mesi si è mostrato spaccato fra coloro che sostengono il presidente deposto e coloro che hanno appoggiato il nuovo corso, offre una chiara chiave di lettura. Hanno votato solo, o quasi, coloro che appoggiano la nuova linea politica. Senza dubbio, come hanno mostrato immagini dei notiziari e dei quotidiani e come ci dicono dal Cairo, chi ha votato lo ha fatto con entusiasmo, soprattutto giovani e donne.
Quello che, tuttavia, pare essere il risultato che tutti attendono per il futuro del Paese è la cifra più attendibile possibile della percentuale dei votanti. Nel dicembre del 2012 erano stati solo il 33 per cento coloro che si erano recati alle urne. In questi giorni c’è stato un aumento sensibile, ma i dati variano notevolmente da fonte a fonte. Non bisogna poi dimenticare che il Paese conta il 35 per cento di analfabeti e che questi non si saranno recati alle urne o avranno votato in modo impreciso: è certo comunque che la partecipazione è stata alta nonostate gli oppositori al "sì" avevano creato vari disagi per impedire l'accesso ai seggi.
Dato per scontato il successo dei "sì", la percentuale dei votanti è fondamentale per giustificare il passo successivo del generale Sissi: la sua candidatura a presidente del Paese. Solo un mandato plebiscitario aveva annunciato che il generale avrebbe spinto a una scelta di questo tipo. A questo punto la cosa sembra scontata, ma è bene attendere l’ufficializzazione dei risultati per avere conferma che, dopo la breve parentesi democratica di Morsi, tornerà un presidente con un passato da militare, come lo erano stati Nasser, Sadat e Mubarak.
In effetti, l'Egitto, dopo re Farouk, è stato governato per sessant’anni da militari. «Qui – scrivono dal Cairo – il militare è parte integrante del popolo, non è un elemento estraneo. È una delle istituzioni che più funzionano nel Paese. Se c'è stata stabilità in Egitto nell'ultimo mezzo secolo è anche grazie alle forze armate». In effetti, in questo momento il Paese ha bisogno di tornare a una stabilità accettabile e a una ripresa economica che lo allontani da una crisi che paralizza.
Nonostante tutto, come ha dichiarato anche il portavoce della Chiesa copto-cattolica, quello che «molti media occidentali dipingono come una vittoria dei militari […] è una evidenza che la popolazione ha dato anzitutto un voto contro l'estremismo religioso, la shari'a e i tentativi di islamizzare la società». «La grande affluenza di persone ai seggi – ha dichiarato il sacerdote – indica che la popolazione ha fiducia nella democrazia». Non sono mancati incidenti e segni di violenza che, tuttavia, non non hanno impedito alla gente che lo voleva fare di recarsi ai seggi. In alcuni luoghi soprattutto della capitale, la gente era in fila già di prima mattina in attesa dell’apertura dei seggi.
La nuova Costituzione prevede la parità fra i sessi offrendo, se applicata, nuove opportunità per le donne egiziane. A differenza della Carta costituzionale del 2012, quella attuale prevede molte aperture nei confronti delle minoranze, compresa la libertà religiosa, pur restando l'Islam la religione ufficiale del Paese. In tal senso è stato inserito anche un articolo che prevede la realizzazione di una legge sulla libera costruzione degli edifici di culto cristiani. Il futuro governo avrà tempo un anno per approvare il provvedimento.
Il portavoce della Chiesa cattolica invita però al realismo e sottolinea che i futuri governanti, qualsiasi essi siano, «avranno la responsabilità di tradurre in leggi quanto sancito dalla Costituzione adempiendo alle richieste delle popolazione». «Se ciò non avverrà – avverte – ci troveremo di fronte a un ennesimo testo misterioso utile solo ad occupare gli scaffali delle biblioteche».