Un premio ad una libera pensatrice

La britannica Karen Armstrong è stata insignita del premio Princesa de Astrurias per le scienze sociali. Una vita che le ha guadagnato una cattiva fama in certi ambienti, ma che si è distinta per l'impegno nella diffusione di un messaggio di pace e solidarietà tra culture e religioni
Karen Armstron (foto: Fundaciòn Princesa de Asturias)

Forse il suo passato come suora cattolica, che poi uscì dal convento e si dedicò a programmi televisivi poco rispettosi della fede, ancora costa alla britannica Karen Armstrong (1944) una cattiva fama in certi ambienti; ma ciò non è stato di ostacolo per ottenere il Premio Principessa delle Asturie per le Scienze sociali 2017. Insignita anche del Premio TED (USA, 2008), del Building Bridges dell’Associazione di scientifici sociali musulmani (Regno Unito, 2004) e del The Freedom of Worship della Fondazione Roosevelt (USA, 2008), oggi Armstrong è considerata un’autorità mondiale nello studio comparativo delle religioni e fa parte del gruppo di esperti dell’Alleanza di civiltà dell’Onu.

La giuria del premio (che consiste in 50 mila euro e una statuetta di Joan Miró) evidenzia l’importanza dei suoi studi sull’impatto delle religioni nella cultura attuale per «la profondità delle sue analisi storiche, il suo immenso lavoro bibliografico e di ricerca, e il suo impegno attivo nella diffusione di un messaggio etico di compassione, pace e solidarietà».

Autrice di una ventina di libri, Armstrong non ha timore ad ammettere di essere stata «ostile verso la religione» e di aver scritto «alcuni libri insensibili e senza sapere molto», ma a Gerusalemme «ho conosciuto il giudaismo e l’Islam e cominciato a vedere ciò che vi era di buono e cattivo in entrambi, e pure quello che c’era di buono nella mia tradizione». Questa libera pensatrice riconosce il fatto che in tutte le religioni ci sia la «regola d’oro», e non dubita nell’affermare, pur nel drammatico contesto dei continui attentati terroristici, che il fondamentalismo nel mondo musulmano è una reazione all’imposizione di un secolarismo occidentale. «Bisogna andare oltre – dice – e vedere il dolore e l’umiliazione che c’è dietro i processi di radicalizzazione».

La Fondazione Principessa delle Asturie, istituzione creata nel 1980 allo scopo di promuovere i valori universali, ogni anno premia lo sforzo scientifico, tecnico, culturale, sociale e umanitario di persone, gruppi o istituzioni in otto diverse categorie: Arti, Lettere, Science sociali, Comunicazione e umanistica, Ricerca scientifica e tecnica, Cooperazione internazionale, Concordia, Sport. Gli italiani che hanno ricevuto finora questo premio sono stati: Indro Montanelli (1996, Comunicazione e umanistica), Vittorio Gassmann (1997, Arti), Emma Bonino (1998, Cooperazione internazionale), Carlo Maria Martini (2000, Scienze sociali), Umberto Eco (2000, Comunicazione e umanistica), Claudio Magris (2004, Lettere), Giovanni Sartori (2005, Scienze sociali), Giacomo Rizzolati (2011, Ricerca scientifica), Riccardo Muti (2011, Arti).

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