Un popolo nato dal Vangelo
Ogni libro di rilievo ha la sua presentazione ufficiale. Per il grosso volume sui Focolari, Un popolo nato dal vangelo, il “battesimo” ha avuto luogo il 12 novembre a Milano, nell’Aula magna dell’Università statale, subito dopo la consegna di un premio alla fondatrice del movimento da parte di Roberto Formigoni (vedi p. 34). Un volume “ben concepito e ben scritto”, come ha sottolineato Elio Guerriero, della casa editrice, il quale aveva parlato a Chiara Lubich dell’idea del libro a Genova, nel corso dell’assegnazione della cittadinanza onoraria della città della Lanterna: l’interesse era quello di pubblicare dei volumi sui movimenti, per testimoniare la “giovinezza cristiana che si traduceva in forme nuove”. Un fatto straordinario, a parere degli editori, verificatosi durante e dopo il giubileo: “La gente veniva a Roma proprio per pregare”. La Lubich si riservò di decidere. “Mi telefonò quindici giorni dopo Enzo Maria Fondi – ha ricordato Guerriero -, dicendo di aver ricevuto l’esortazione di Chiara di coordinare il volume sul movimento”. Ma l’improvvisa scomparsa di Fondi alla fine del 2001, proprio mentre lavorava al volume, sembrava dover porre uno stop al progetto. Subentrò allora Michele Zanzucchi che “non solo ha colto il testimone con energia e passione, ma ha portato a termine l’impresa in tempo record”, come ha ricordato Guerriero. “Leggendo il libro – ha concluso – ho veramente avuto l’impressione di capire il carisma, la spiritualità dell’unità descritta da Chiara Lubich nel primo capitolo del volume, ma anche di seguire da vicino la diffusione del movimento nel mondo tra cattolici, cristiani e fedeli di altre religioni”. Michele Zanzucchi ha sottolineato di aver ricevuto “tre spinte possenti” nella redazione del libro: quelle di Chiara Lubich, di Elio Guerriero e, soprattutto, di Enzo Maria Fondi, che aveva iniziato il lavoro, l’aveva impostato e di cui egli si è sentito “solo lo scribacchino”. Una sottolineatura importante del coautore riguardava inoltre il modo di lavorare “comunitario” tipico del movimento, espressosi anche nella stesura del volume: il libro “è frutto di una maturazione collettiva, per cui gli autori sono o dovrebbero essere tanti. Al punto che il Movimento dei focolari stesso ne potrebbe essere considerato il vero autore”. Paola Vismara, professore ordinario di Storia della chiesa all’Università statale di Milano, Giuliano Vigini, direttore dell’Editrice bibliografica, saggista e scrittore, e Giorgio Rumi, professore ordinario di Storia contemporanea nella stessa università e consigliere di amministrazione Rai, hanno ampiamente sottolineato la grande novità del movimento, e nello stesso tempo come esso si ponga nel solco dei grandi carismi e delle maggiori proposte nate nella chiesa. Paola Vismara ha ricordato una frase di Alfonso Rodriguez: “La perfezione non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”, ed ha fatto un paragone sia con i gesuiti e con la loro idea che “l’uomo religioso è un uomo intero”, sia con Francesco di Sales, che aveva detto: “Ovunque siamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta”. Ha proposto altresì un parallelo tra Chiara Lubich e Ignazio di Loyola, stabilito sul fondamento che “l’annuncio cristiano, come annun- cio dell’amore di Dio, può indirizzarsi a tutti perché risponde alla struttura profonda di ogni uomo, creato da Dio a propria immagine e somiglianza e redento dal sangue di Cristo”. Ha concluso sostenendo che “i movimenti danno risposta a inedite esigenze religiose in una società in profonda trasformazione”. Per Giuliano Vigini, il segreto dell’enorme diffusione del movimento in 182 paesi “sta nello spirito e nella fedeltà al programma evidenziato dal titolo Un popolo nato dal vangelo”, sottolineando come in un’opera in cui si parla della fondatrice e del suo movimento ecclesiale “non è consueto che i protagonisti siano messi in secondo piano, nel sottotitolo”; ma è significativo che sia stato così, a sottolineare che “quello che conta è davvero il dono del vangelo”. Vigini ha trovato in Chiara, secondo lui ben espressa nel volume, una “semplicità di cuore che viene dall’essere poveri in spirito, frutto dell’amore e a sua volta sorgente d’amore “. “Uno dei meriti del movimento – ha aggiunto – è quello di essere una grande forza che, posta al servizio del bene dell’uomo, costruisce un mondo vero fatto per l’uomo “. “Un libro importante, perché un libro coraggioso; un libro che dice molto, una specie di manuale per la conoscenza dei focolarini”. Così si è invece espresso l’ultimo relatore, Giorgio Rumi, che Elio Guerriero ha definito “un po’ come il cardine del cristianesimo ambrosiano”. Di solito, ha detto, i movimenti sono molto prudenti, molto discreti, mentre “qui c’è moltissimo materiale, non solo di carattere storico”. E ha aggiunto un suggerimento: “Se qualcuno ti chiede chi siano i focolarini, prendi il libro e daglielo”. Nell’esperienza del movimento Rumi ha riconosciuto un Dna sia francescano (nel senso di un ritorno alle origini: “Andiamo, andiamo al vangelo”), sia benedettino, ricordando che proprio i benedettini “sono i veri fondatori dell’Europa “. Ma, soprattutto, ha sottolineato come uno dei punti centrali, “un pilastro, un elemento portante nella struttura, sia proprio la fedeltà creativa alla chiesa, una fedeltà che innova, che cambia, che inventa, che crea, che fa fatica, che non replica modelli del passato”. In sostanza, ha concluso, Un popolo nato dal vangelo è un libro pieno, se lo si potesse spremere, dell’amore di Dio per noi e dell’amore delle creature per il loro Signore”. Non resta quindi che leggerlo, con la sottolineatura che lo stesso Rumi ne ha fatto: “Non ho trovato la tentazione del perfettismo”. È una garanzia di serietà, a nostro parere.