Un popolo in cammino verso Dio (Evangelii Gaudium 110-114)
Fino a cinquanta anni fa, se veniva posta la domanda su chi annuncia il Vangelo, in genere la risposta sarebbe stata: «I missionari», una categoria di persone che hanno lasciato la loro patria per andare nei Paesi cosiddetti di missione. Questi eroi sono stati giustamente ammirati. Ma oggi emerge una coscienza sempre più chiara che tocca non solo agli specialisti ma a tutto il popolo di Dio annunciare il Vangelo con la testimonianza e con la parola. Più precisamente la novità dei nostri tempi è la scoperta del popolo come realtà collettiva di evangelizzazione. Come afferma Francesco: «Il soggetto dell’evangelizzazione (…) è un popolo in cammino verso Dio».
Siccome la salvezza, frutto dell’iniziativa divina, non è mai privata o individualistica, così anche la sua comunicazione va fatta come opera comunitaria. Lo si vede nel “noi” di cui parla la prima lettera di Giovanni. Il “noi”, soggetto dell’evangelizzazione, esprime l’“uno in Cristo” che san Paolo commenta nella lettera ai Galati: «Tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 28).
L’evangelizzazione consiste nel parlare di ciò che abbiamo vissuto di tale realtà. Così i nostri rapporti mutui vengono salvati, le relazioni nel popolo di Dio diventano un luogo privilegiato per trasmettere prima con la testimonianza e poi con la parola l’esperienza di salvezza che sperimentiamo come e nel popolo di Dio. Non per niente, la costituzione sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, Lumen gentium, ribadisce che il popolo «ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati» (cfr. Gv 13,34). E proprio come popolo di Dio che vive la Trinità nell’amore reciproco fra noi e verso tutti che, come afferma Francesco, siamo «il fermento di Dio in mezzo all’umanità».
La nostra vocazione comunitaria, dunque, è di diventare sempre più la Chiesa «luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo». Già nel terzo secolo, nella famosa Lettera a Diogneto leggiamo che i cristiani non sono da distinguere né per regione, né per voce, né per costume. Invece, testimoniando un metodo di vita sociale mirabile, amando tutti, diventano nel mondo come è l'anima nel corpo. Sono un popolo per tutti per far di tutti uno in Cristo.
Brendan Lehay
irlandese, vescovo di Limerick