Un ponte d’unità sul Mare Adriatico
Cattolici, ortodossi e appartenenti ad altre chiese uniti per la salvaguardia del creato. Si sono dati appuntamento su una nave da crociera per parlare di inquinamento e sviluppo sostenibile. Hanno navigato lungo le coste dell’Adriatico. Da Corfù a Venezia, facendo tappa a Ravenna. E per una settimana intera il mare ha fatto da ponte d’unità tra l’oriente e l’occidente europeo. L’Adriatico è un mare che custodisce scorci naturali ancora incontaminati. Ma è anche il luogo in cui si sono consumate la tragedia di Porto Marghera ed una guerra che per anni ha messo gli uni contro gli altri i popoli dei Balcani, lasciando segni profondi anche nell’inquinamento marino. “Non è troppo tardi. Il mondo creato da Dio possiede incredibili poteri di guarigione. Nell’arco di una sola generazione possiamo indirizzare la Terra verso il futuro dei nostri figli. Che quella generazione inizi ora, con l’aiuto e con la benedizione di Dio!”. Si conclude con questa invocazione la “Dichiarazione congiunta” sottoscritta il 10 giugno da Giovanni Paolo II e Bartolomeo I, al termine del simposio su “Il Mare Adriatico. Un mare a rischio, unità d’intenti” che, per cinque giorni e su iniziativa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, ha riunito circa 250 persone. Il papa e il patriarca hanno potuto firmare il testo grazie ad un collegamento video che ha unito il Santo Padre – rimasto a Roma per motivi di salute – con la sala degli Scrutini di Palazzo Ducale a Venezia. Albania, Montenegro, Croazia, Italia. Sul Mare Adriatico si affacciano una delle nazioni più ricche del mondo (l’Italia) ed alcune delle nazioni più povere dell’Europa. Da una parte le questioni poste da una economia industriale avanzata; dall’altra i problemi emersi dopo i recenti conflitti che hanno sconvolto i Balcani. Nel testo, Giovanni Paolo II e Bartolomeo I manifestano la loro tristezza per “le sofferenze quotidiane cui è sottoposto un gran numero di persone a causa della violenza, della fame, della povertà e delle malattie”. Ed esprimono la loro preoccupazione per il degrado di alcune risorse naturali di base come l’acqua, l’aria e la terra, causato da un progresso economico e tecnologico che “non riconosce e non tiene conto dei suoi limiti”. Ci sono ferite nel mondo che non possono lasciare indifferenti gli uomini e le donne di fede. Giovanni Paolo II e Bartolomeo I sanno che, anche in ambito ecologico, le chiese e le co- munità religiose possono svolgere un ruolo molto importante, perché – scrivono – “il rispetto per la creazione discende dal rispetto per la vita e la dignità umana”. Educare alla coscienza ecologica significa innanzitutto educare alla “responsabilità verso sé stessi, verso gli altri e verso il creato”. Anche la questione ecologica entra così nell’agenda delle chiese. Ed entra proprio in un momento in cui, “dopo i terribili fatti dell’11 settembre 2001, gli uomini delle religioni sono stati invitati a mettere tra parentesi la loro fede, sospettata di essere una delle cause principali di quello scontro di civiltà che sembra minacciare l’alba del terzo millennio”. Sì. Il Mare Adriatico con le sue straordinarie bellezze naturali e le sue grandi sfide ecologiche ha offerto alle due chiese un’occasione per presentarsi al mondo unite. Anche il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, parla di “un passo ecumenico importante”. Certo, non è la prima volta che il papa e il patriarca di Costantinopoli firmano un documento. Ma qualcosa di importante in questi giorni comunque è avvenuto. Per la prima volta, dopo dodici secoli, un patriarca di Costantinopoli ha celebrato la Divina Liturgia nella Basilica di Sant’Apollinare a Ravenna. Macerata Loreto Quarantamila fiaccole per la pace “Quarantamila fiaccole per la pace”. Verrà ricordato così l’annuale pellegrinaggio “Macerata-Loreto” organizzato da Comunione e Liberazione e giunto alla XXIV edizione. Quest’anno, però, il cammino della fiaccola non si è fermato al santuario di Loreto. Da lì, ripartirà per Roma dove rimarrà fino al 19 luglio presso la chiesa di Sant’Agnese in piazza Navona. Una sosta che preparerà la trasferta in Canada per prendere parte – insieme ai giovani italiani – alla Giornata mondiale della Gioventù. Ai 40 mila giovani che erano a Loreto, il card. Ruini ha inviato un messaggio, invitandoli ad “essere segno di quell’anelito profondo di pace” che i cristiani sono chiamati ad essere, “promuovendo tutte le condizioni che la rendono possibile”. Inghilterra Patto di unità tra le chiese “Ci impegniamo a perseverare nella ricerca di una comune comprensione del messaggio salvifico di Cristo nel Vangelo; a lavorare, alla luce dello Spirito Santo, per l’unità visibile della chiesa di Cristo nell’unica fede, come espressa nella comune sequela, liturgia, testimonianza e servizio”. È il “patto” sottoscritto a Windsor domenica 2 giugno, alla presenza della regina Elisabetta, dai quattro presidenti dell’organo ecumenico “Chiese insieme in Inghilterra” (= Churches Together in England). Il testo porta – tra le altre – anche le firme dell’arcivescovo di Canterbury George Carey, anglicano, e dell’arcivescovo di Westminster card. Cormac Murphy- O’Connor, cattolico. Nel “patto” i rappresentanti delle diverse chiese e comunità ecclesiali sottoscrivono una serie di impegni: le chiese si assumono la responsabilità di “incrementare l’amicizia e il sostegno reciproco; pregare, studiare e lavorare insieme per l’unità e la missione della chiesa; consultarsi su questioni che riguardano il bene comune; promuovere la giustizia, l’integrità e la pace; parlare con una sola voce fin quanto è possibile, per dare ovunque comune testimonianza a Gesù Cristo”. Il “patto” si conclude con l’auspicio che “insieme possiamo testimoniare la perfetta unità del suo amore “. Lo stesso giorno cattolici e anglicani hanno celebrato il XX anniversario del viaggio di Giovanni Paolo II in Inghilterra che si è svolto dal 28 maggio al 2 giugno 1982.