Un poema della vita e della morte
Il tempo della narrativa giapponese in genere, e di questo «Le mani sporche di Dio» di Ayako Sono in particolare (540 pagine nella traduzione italiana), non va tenuto, dal lettore, sul ritmo del tempo frenetico e dissolto che lo stile di vita euroamericano ha imposto anche a tanta letteratura, rendendola frammentaria e ansiosa, protesa ed effimera. Questo romanzo sembra volerci ricordare che il tempo non è il tempo di se stesso, ma il tempo dell'anima: è nell'anima che le cose, nel loro senso più profondo, realmente accadono, ed è così che in questo poema laicamente cristiano della vita e della morte vengono descritte. In tal modo l'autrice riesce a cogliere qualcosa del "lavoro" di Dio tra gli uomini, un Dio che, appunto, finisce per «sporcarsi le mani» insieme all'uomo.