Un podio allargato: i principali atleti del 2021

Si chiude un 2021 che, per lo sport italiano, è stato un anno a dir poco indimenticabile, quasi ineguagliabile, per le imprese regalateci da personaggi che resteranno impressi anche alle generazioni future.

Un 2021 che resterà negli annali dello sport azzurro, tra trionfi e personaggi che hanno segnato un anno indimenticabile e difficilmente eguagliabile. Ripercorrendolo attraverso i volti dei personaggi simbolo che hanno accompagnato le nostre emozioni, proviamo ad abbozzare un “podio allargato” che, senza fare torto a nessun altro dei nostri migliori atleti d’annata, intende offrire uno specchio di sintesi da bilancio memorabile.

  1. MATTEO BERRETTINI & JANNIK SINNER 

    L’italiano Matteo Berrettini durante la finale del ATP World Tour, al Pala Alpitour di Torino, domenica 14 novembre 2021. (AP Photo/Luca Bruno)

Dopo anni e anni di “buio”, il tennis italiano torna nuovamente a primeggiare a livello mondiale. Grosso merito è da attribuire alle nuove leve emerse in campo maschile: Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Attribuiamo il nostro quinto miglior piazzamento a due giovani talenti che, dopo una stagione piena di successi, sono entrati nella Top 10 mondiale stabilendo un record assoluto per il tennis azzurro. Sinner, a soli 20 anni, è riuscito a scalare la classifica vincendo ben 4 titoli in Australia, Bulgaria, Belgio e Washington. Berrettini invece, oltre alle vittorie agli ATP di Londra e Belgrado, ha sfiorato il sogno di trionfare anche a Wimbledon arrendendosi solo in finale al grande Djokovic. Anche se non coronato dal primato, il suo è stato un percorso favoloso, nel torneo più prestigioso che, in barba a chi pensa che i secondi non fanno la storia, resterà comunque a lungo nella memoria degli appassionati di questo sport.

  1. FEFE’ DE GIORGI & DAVIDE MAZZANTI

Che la pallavolo in Italia avesse una tradizione di altissimo profilo non è certo una novità. Non avremmo però mai potuto immaginare, neanche nei migliori sogni, che nello stesso anno entrambe le compagini nazionali, maschile e femminile, arrivassero sul tetto d’Europa. Una sceneggiatura da oscar dello sport che invece i tecnici Fefè De Giorgi e Davide Mazzanti hanno scritto di diritto a impreziosire la storia della pallavolo italiana, con una splendida doppietta. Per Mazzanti si è trattato del coronamento di un progetto a lungo termine, che ha raggiunto l’apice con la vittoria sulla corazzata serba. Nel maschile, d’altra parte, la squadra era reduce dalla delusione olimpica e la chiusura del ciclo Blengini. A De Giorgi, dunque, era stata data la missione non certo semplice di rinnovare un gruppo competitivo in appena 30 giorni, per non sfigurare ai campionati europei. Ebbene, con entusiasmo e quel pizzico di incoscienza dei grandi, la nazionale è salita sul gradino più alto del podio, mettendo in mostra dei giovani talenti che fanno ben sperare anche per il futuro del volley.

L’allenatore Davide Mazzanti con la squadra azzurra di pallavolo femminile durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020, 2 agosto 2021 (Photo Alfredo Falcone/LaPresse)
  1. ROBERTO MANCINI 

    L’allenatore Roberto Mancini durante la semifinale della Nations League contro la Spagna nello Stadio San Siro di Milano, 6 ottobre 2021. (Photo Fabio Ferrari/LaPresse)

A proposito di encomiabile gestione del gruppo, se il popolo italiano è tornato ad esultare per le strade e vivere “notti magiche” estive di stampo calcistico lo deve sicuramente a mister Roberto Mancini. Erano ancora indelebili le lacrime di giocatori e tifosi alla fine di quello sciagurato spareggio con la Svezia che ci vide perdere la qualificazione per i Mondiali 2018: sulle macerie di quella sbrindellata nazionale di Giampiero Ventura, il nuovo commissario tecnico jesino, Mancini, ha ribaltato in soli tre anni le sorti del calcio nostrano, addirittura trionfando all’europeo con tanto di vittoria finale sugli inglesi nel loro “sacro” tempio di Wembley. Mancini ha avuto il merito di formare un gruppo di uomini talentuosi ma privi di fatto di centravanti di alto livello, pronto a dare tutto per i colori azzurri, possibilmente divertendosi con il palleggio ed il fraseggio più di memoria spagnola che italiana, fino al raggiungimento di un sogno che ha rivoltato una nazione intera facendole dimenticare per un attimo i recenti periodi scuri causati dalla pandemia. Comunque vada per i prossimi eventuali mondiali, Roberto Mancini resterà sempre nel cuore dei tifosi italiani: per lui, terza piazza del nostro podio.

  1. MARCELL JACOBS E GIANMARCO TAMBERI  

    L’abbraccio tra l’atleta vincitore dei 100 metri Lamont Marcell Jacobs e del salto in alto Gianmarco Tamberi alle Olimpiadi estive di Tokyo 2020, domenica 1º agosto 2021 (Photo AP/Martin Meissner)

Per restare in tema di “notti magiche”, se proprio dobbiamo scegliere due volti olimpici, c’è un abbraccio datato 1° agosto che resterà scolpito negli almanacchi di storia, oltre che nel cuore di tutti noi italiani. E’ quello tra Marcell Jacobs e Gianmarco “AirGimbo” Tamberi, assoluti protagonisti del 2021 dello sport italiano e quasi vincitori della nostra classifica. Le loro clamorose medaglie d’oro ai Giochi Olimpici di Tokyo, arrivate a pochi minuti di distanza, hanno fatto schizzare l’atletica italiana al vertice mondiale, donandoci uno dei momenti più leggendari del nostro sport. Due successi quasi inaspettati anche perché arrivati da vicende personali abbastanza travagliate, giunti davanti a mostri sacri della velocità e del salto in alto: be’, le favole esistono, soprattutto se frutto di sacrificio e umiltà. Il portentoso Jacobs, inoltre, ha portato a casa l’oro anche nella staffetta 4×100, regalando all’Italia un’altra inedita medaglia mai ipotizzabile, in un’estate davvero indimenticabile.

  1. BEBE VIO

Ma la regina assoluta, per noi romantici, resta lei: la mitica Beatrice Vio in arte “Bebe”. Il personaggio più influente del movimento paralimpico italiano, la campionessa veneziana, è per noi l’esempio più lampante di come lo sport possa essere praticato ad alti livelli anche dopo una malattia fulminante. E dopo i suoi ritorni, le sue minacce, le ricadute che comporta. Bebe pratica scherma da quando aveva 5 anni e non si è mai arresa alla sua malattia, diventando l’atleta paralimpica più forte al mondo nella sua disciplina. Nell’aprile 2021 ha rischiato persino la morte per una grave infezione ma, solo qualche mese più tardi, si è guadagnata al collo la medaglia d’oro ai Giochi Paralimpici di Tokyo realizzando un autentico capolavoro. Poi, per non farsi e non farci mancare niente, ha contribuito alla vittoria della medaglia d’argento nel fioretto a squadre. La nostra capitana, il nostro orgoglio, in cima a un podio che non scorderemo mai.

La schermitrice italiana Bebe Vio nella cerimonia di restituzione al Presidente della Repubblica delle Bandiere nazionali con le firme degli atleti vincitori di medaglia paralimpica, 23 settembre 2021. (Photo Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse)
Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons