Un piccolo fantasma
Ho un figlio di 16 anni che, dopo aver rivisto di recente in tv il film Casper, mi ha confidato che quand’era piccolo qualche volta di notte nella sua stanza vedeva un piccolo fantasma che gli faceva compagnia, per poi non apparire più una volta cresciuto. Adesso vorrebbe sapere che cosa veramente vedeva. Io non so come rispondergli. La psicologia come interpreta questi fenomeni singolari?. Maria – Frosinone Esiste una disciplina che cerca di spiegare le apparizioni di fantasmi: la parapsicologia. Essa ha due teorie: quella cosiddetta spiritica, secondo cui i fantasmi sono esseri che esistono di per sé, indipendentemente dalla psiche umana. L’altra è la teoria animistica, avanzata da Carl Jung: le apparizioni di fantasmi sono contenuti psichici proiettati verso l’esterno e divenuti dunque visibili: in altre parole, sarebbero conflitti interiori proiettati fuori di sé sotto forma di allucinazioni, o più semplicemente di sogni o sogni ad occhi aperti. In generale, ciò avviene quando i contenuti psichici sono lontani dalla coscienza. Più grande è la lontananza, maggiore è la necessità dell’integrazione, tanto più vivido sarà il contenuto della proiezione. Essa non può essere prodotta o interrotta volontariamente, ma riconoscerla come tale, aiuta l’integrazione e la consapevolezza. Allo psicologo interessa, in rapporto con quest’ultima teoria, soprattutto sapere quando e perché i contenuti psichici si manifestano. La nostra mamma-lettrice potrebbe dare una risposta al figliolo adolescente tenendo presente che da piccolino egli deve aver passato un periodo, come capita a tanti bambini, in cui aveva diverse paure da cui sentiva il bisogno di difendersi: la paura della solitudine, la paura del buio, ecc. Ciò che suo figlio ha visto, magari in sogno, è stata la proiezione di esse. Cercherei di rassicurare suo figlio e non aumentare suggestioni di scene viste in tanti film. pasquale.ionata@tiscali.it