Un paziente stabile ma vulnerabile
Nelle ultime settimane il Paese è stato afflitto da vasti incendi, a volte dolosi, in diverse località costiere e turistiche, inclusa l’Attica. A parte la catastrofe ecologica e il fatto che il patrimonio di molti greci è stato danneggiato, i fuochi hanno evidenziato la povertà dello Stato da vari punti di vista: mancanza di coordinazione tra vari servizi pubblici, mancanza di personale qualificato ed esperto, a causa di molti licenziamenti, e mancanza di mezzi. Nessuno dubita che i vigili del fuoco si siano comportati come veri eroi, visto che combattevano i fuochi senza attrezzatura, senz’acqua da bere e per giorni interi senza riposo al punto da svenire. Nonostante ciò hanno cercato non solo di circoscrivere i fuochi, ma anche di salvare le case e gli animali selvaggi e domestici. L’aiuto di volontari e veterinari è stato pure importante. La stampa, i social media e i partiti si sono occupati non solo della catastrofe ecologica, ma anche dell’assenza del premier che era in vacanza in incognito. Al suo rientro, il suo commento è stato laconico: «Questa volta i danni sono stati minori dei danni avvenuti durante i precedenti governi».
Quest’estate è risultata veramente calda ma non solo a causa dei fuochi che continuano in varie parti del Paese. Il progettato rimpasto di governo sembra sia stato rimandato, in parte perché l’hanno chiesto le istituzioni europee che s’interessano alla conclusione senza ritardi della terza valutazione del programma di salvataggio che comincia a settembre, in parte perché il premier non ha voluto rischiare di discontentare il suo partito nel bel mezzo della valutazione. Ma non appare così sicuro che questa volta andrà tutto liscio: se le entrate dello Stato non saranno quelle aspettate – e non lo saranno perché la gente non ce la fa più a pagare le tasse aumentate – i creditori chiederanno nuove misure che di nuovo non potranno essere attuate. Inoltre ci sono misure che non sono ancora state votate, come quelle associate con scioperi, diritti dei sindacalisti, relazioni di lavoro.
Intanto le varie tendenze del centro-sinistra, per iniziativa dei socialisti del Pasok e di Dimar (Sinistra democratica) tentano di unire le loro forze per creare una seria alternativa tra la destra e la sinistra; ma questo non sembra che sia un traguardo facile. Inoltre, la gente non ha scordato che i governi precedenti (socialisti inclusi) hanno portato il Paese al default. D’altra parte la gente è delusa dalle promesse disattese del governo Tsipras. Quest’ultimo, cerca di accontentare i creditori, ma nello stesso tempo tenta di accontentare i suoi votanti con misure “sociali” che però non bastano a controbilanciare le misure di massima austerità e in più innervosiscono le istituzioni europee. Non si sa dove finirà quest’agenda schizofrenica visto che l’accordo di oggi con i creditori domani potrebbe diventare un disaccordo. Recentemente, il premier ha parlato del bisogno di promuovere investimenti e sviluppo, solo che nello stesso i suoi ufficiali ostacolano grandi investimenti stranieri come un complesso alberghiero a Corfù, un progetto per la Riviera ateniese a Hellinikon e l’estrazione di oro a Chalkidiki.
Anche se la situazione attuale del Paese è migliore rispetto a quella di due anni fa e il rischio della Grexit sembra scongiurato, anche se la Commissione europea e il Fondo monetario internazionale si aspettano uno sviluppo del Pil del 2% e Standard&Poor’s ha migliorato la sua valutazione da “stabile” a “positiva” rimangono serie preoccupazioni sulla salute del paziente greco e su possibili complicazioni, tra le quali il problema dell’alleggerimento del debito pubblico e lo scontro tra la Germania e Fmi su questa prospettiva. Crea pure inquietudine la durata politica del governo che, secondo seri analisti, sta arrivando alla fine del suo percorso, in ogni caso non oltre il 2018.