Un patto tra movimenti

Ci sono momenti che hanno il sapore dell’incanto. Ti toccano senza risvegliare falsi sentimentalismi. Lasciano libero sfogo a forze interiori senza creare un’atmosfera febbrile. Si rivolgono ad ogni persona e generano nel contempo una profonda comunione. Un momento del genere è risultata la conclusione del Congresso dei responsabili di movimenti e comunità al quale, il 6 e 7 maggio scorsi, hanno partecipato duemila appartenenti a 184 movimenti, comunità, associazioni e gruppi cristiani di diverse nazioni europee. Nella Liederhalle di Stoccarda, i partecipanti sono giunti a stringere tra loro un patto d’amore; si sono cioè promessi a vicenda di vivere il comandamento di Gesù dell’amore reciproco anche tra le rispettive comunità, di stimarsi a vicenda, di pregare e sostenersi gli uni gli altri in caso di bisogno e, quando opportuno, di lavorare insieme. Intonando il canto di chiusura, i presenti si sono presi spontaneamente per mano, come per rendere visibile il patto appena pronunciato. Qualcosa, appunto, col sapore dell’incanto. Il congresso titolava: Scoprire le ricchezze degli altri e condividerle, ed ha preceduto per volontà degli organizzatori la grande giornata alla Schleyer-Halle. Scopo di esso – così ci ha dichiarato Gerhard Pross, dell’Ymca di Esslingen – era di offrire una base solida alla comunione tra i movimenti, da testimoniare poi l’8 maggio. La comunione tra movimenti, lo si sa, era già iniziata molto prima dell’incontro a Stoccarda. Dal 1969 in campo evangelico, poi dal 1998 con numerosi movimenti cattolici, mentre in questa occasione sono intervenuti per la prima volta anche degli ortodossi e degli anglicani. Che il loro patto dell’amore scambievole non avesse niente a che fare col sentimentalismo è apparso evidente nei piccoli gruppi di cinque persone che si sono composti per approfondire il dialogo: Posso stringerlo solo fidandomi dell’aiuto di Dio, ha dichiarato un membro del Centro di vita cristiana di Langenburg. Una giovane donna della Comunità di Sant’Egidio ha aggiunto invece: Questo patto ha bisogno di essere rinnovato ogni giorno. Ancora, un membro di una comunità pastorale ha riferito di essersi separato in disaccordo, alcuni anni fa, da un’altra comunità. Qui a Stoccarda per la prima volta ha incontrato di nuovo il responsabile di quella comunità: Stringere questo patto – ha detto – significa per me riappacificarmi con lui. Ora è qui, il tempo della grazia. Questa frase della seconda lettera ai Corinzi è stata il filo conduttore della due giorni. Soprattutto Gerhard Pross – che assieme a suor Anna-Maria aus der Wiesche della Christus-Bruderschaft di Selbitz, Thomas Römer delle Matthäusdienste di Monaco e Marianne Schneppe dei Focolari ha condotto il Congresso dei responsabili -, si è riferito continuamente a questa frase: Ora è il tempo della grazia per la comunione tra i movimenti, del miracolo dell’unità, dell’ecumenismo dei cuori. Vieni, Spirito Santo, e rinnova la tua chiesa, si invoca da sempre. Se si pensa ai numerosi risvegli nelle chiese – afferma Helmut Nicklas dell’Ymca di Monaco -, è questa la preghiera più fruttuosa degli ultimi secoli. Anche ora Dio raccoglie il suo popolo. Questo richiamo è più importante di tutto, di ciò che ancora ci divide e che bisogna riesaminare. La grazia di Dio è più forte della nostra storia. Chi ha dato uno sguardo alla sala ha constatato che queste affermazioni non erano un tentativo di convincere un pubblico scettico, ma esprimevano la profonda nostalgia dell’unità del popolo di Dio. La gratitudine di aver sperimentare qualcosa di questa unità è stata ancora più grande. Alcuni dei nostri fratelli più anziani avevano le lacrime agli occhi per aver sperimentato ciò per cui da decenni si erano impegnati, ha detto Gerhard Pross. Timor di Dio e dignità umana era il sottotitolo del congresso: prima di tutto viene la decisione di voler appartenere solo a Dio, non solo come singoli, ma anche come movimenti. Mentre il concetto di dignità umana indica che i movimenti hanno ricevuto da Dio un dono non solo per sé stessi, ma per il bene di tutti gli uomini. Walter Heidenreich, della Libera comunità di cristiani giovani di Lüdenscheid, sottolinea: Quando Gesù si è fatto uomo ha messo da parte il suo splendore. Nello stesso modo anche noi siamo chiamati ad abbandonare lo splendore della nostra comunità per metterci in cammino nella valle di lacrime dove incontriamo gli uomini con tutti i loro problemi e la loro lontananza da Dio. Il convegno è risultato soprattutto una possibilità di conoscersi e stimarsi: sia nella lode a Dio, sia nello scambio di esperienze, sia nelle serate. Tutto sembrava appartenere a tutti. Che i movimenti fossero pronti a lavorare nella società, è risultato chiaramente nei 32 forum, metà dei quali erano dedicati a temi sociali: matrimonio e famiglia, gioventù, droga, lavoro ed economia, politica come vocazione, arte, servizio ai poveri… Forum preparati per un anno intero da duecento membri di diversi movimenti, che avevano così già sperimentato tra loro una comunione reale. Pareva un’orchestra di Dio – commentava padre Heinrich Walter di Schönstatt -. Alcuni degli strumenti non li conoscevamo ancora, ma insieme abbiamo potuto suonare una sinfonia per la chiesa e la società . Più volte si è sottolineato come timor di Dio e dignità umana siano collegati. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha invitato ad essere perseveranti nella preghiera e audaci nell’amore, mentre Thomas Römer ha detto: Dopo l’incarnazione, la gloria di Dio e la pace in terra sono collegati indissolubilmente. E Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari: Se Cristo è tra noi perché ci amiamo a vicenda, la nostra testimonianza per la società sarà particolarmente bella e potente. Una certezza è apparsa evidente: i movimenti non lavorano accanto alla chiesa, né tanto meno di fronte ad essa, ma nella chiesa, come parte del popolo di Dio. Realtà evidente nella preghiera conclusiva, alla quale hanno preso parte cinquanta vescovi e responsabili di diverse chiese, accolti con grande entusiasmo. Subito dopo il patto dell’amore, il card. Kasper e l’ex-presidente della Federazione luterana mondiale Christian Krause sono saliti sul palco: Io ho un sogno – ha detto Kasper, accolto da un applauso generale -, che quest’oggi ha cominciato ad essere realtà. Questo è un grande momento per l’ecumenismo. Krause ha ammesso di sentirsi sopraffatto dalla gratitudine: Il mio cuore è pieno, se guardo alla sala con la consapevolezza che tutti sono miei fratelli e mie sorelle. Anche questo è stato un momento d’incanto.

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