Un partenariato esemplare
Il 25 settembre 2002, finalmente, il liceo classico-linguistico “Immanuel Kant” di Roma ed il liceo governativo bilingue di Fontem, nel Camerun, hanno sottoscritto un rapporto di partenariato, sotto il patrocinio scientifico dei dipartimento di Antropologia culturale dell’Università la Sapienza di Roma e la Faculty of Life Science of the University of Buea (Camerun), con il contributo del comune di Roma e sotto il patrocinio dell’Unesco. I rapporti tra i due istituti scolastici erano iniziati con un rapporto di scambio culturale già nel ’98, con il progetto “Adotta un diritto umano. Parole e fatti”. Uno scambio di lettere, foto e video. Nell’anno scolastico 2000-2001, poi, sempre più consapevoli che l’istruzione sia un diritto fondamentale dei giovani, ricercando l’educazione all’intercultura e alla pace, studenti, genitori, docenti e personale del liceo romano aprono una prima campagna di solidarietà con il liceo di Fontem, ed istituiscono un concorso a premi a favore degli studenti camerunesi. La risposta è l’offerta di un abito tradizionale camerunese, e di alcuni prodotti tradizionali che costituiranno i premi del bando di concorso. Numerose istituzioni apprezzano il progetto, finché il ministero della Pubblica istruzione e delle università, in occasione della manifestazione per l’apertura dell’anno scolastico 2002-2003, premia il “Kant” per l’iniziativa di solidarietà, permettendo l’arrivo a Roma di una delegazione del liceo di Fontem. Così il 18 settembre 2002, Eric, Justine e Mirabel, studenti camerunesi, accompagnati dal dott. Paul Ntemgwa partecipano con la delegazione del liceo romano alla cerimonia al Vittoriano, con il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il ministro Moratti, il sindaco Veltroni e altre personalità. L’esperienza di questo primo incontro è stato estremamente positivo: senza più barriere, senza apparenti mediazioni didattiche, lo scambio ha suscitato interesse, impegno ed entusiasmo. Altre scuole italiane si accingono a inserirsi nel medesimo progetto. Simili progetti sono in corso anche tra scuole elementari: il legame tra l’Istituto comprensivo di via Guicciardini e la Government Primary and Nursery Schools-Nchenfem di Fontem sta già portando frutti positivi. Anche i bambini delle elementari costruiscono ponti per il loro futuro di cittadini del mondo. Tutti abbiamo bisogno di imparare da ambedue i sistemi scolastici: italiano e camerunese. La parola ai ragazzi Per capire quanto è succerro, lasciamo esprimere i ragazzi stessi, cominciando da Alessandro: “Eric, è stato ospite a casa mia per dieci giorni. Le prime ore di convivenza con lui sono state sicuramente quelle un po’ più problematiche, naturalmente a causa della diversità della lingua. Eric parlava inglese, ma in un modo molto rapido e contratto così, per quanti sforzi io facessi, era impossibile riuscire a comprenderlo. Con il passare del tempo, però, ho abituato il mio orecchio al suo tipo di pronuncia e i dialoghi con lui si facevano sempre più divertenti. Il nostro liceo “Kant” è stata la prima scuola che ho visto veramente interessata ad un progetto come quello del gemellaggio. Noi studenti siamo coinvolti tutti e in modo concreto a quest’iniziativa che quest’anno abbiamo sentito molto di più. Dove ci sono stati dei problemi abbiamo fatto il possibile per poterli superare e, quando ci siano riusciti, personalmente mi sono accorto di quanto abbia potuto imparare da questa esperienza”. Annalisa dice: “Io e la mia famiglia non eravamo del tutto consapevoli di quello che stavamo facendo, ossia di ospitare Mirabella, una delle ragazze in casa, poiché già il problema della lingua era veramente grande, poi il cibo, le differenti consuetudini e, come se tutto ciò non bastasse, tutte le loro valigie erano state smarrite all’arrivo all’aeroporto di Roma. Dieci giorni sono però passati veramente in fretta, e quando è arrivato il 27 settembre eravamo tutti dispiaciuti per la sua partenza. Quando se ne è andata ho ripensato molto a quei giorni passati con lei e devo dire che, venuta a conoscenza del suo modo di vivere, ho capito quanto noi viviamo nell’abbondanza mentre si potrebbe vivere con l’essenziale. Sono sicura che se rifarei questa esperienza e la vivrei in modo diverso, con più consapevolezza della realtà in cui vivono”. Justine, da parte sua, è esplicita: “La mia prima impressione è stata molto positivo. Ho scoperto che siamo tutti fratelli, bianchi e neri, e che non ci sono differenze tra di noi. In Camerun non ho mai salutato il nostro presidente della repubblica e tanto meno il nostro ministro dell’Educazione nazionale. In Italia ho invece salutato sia il presidente Carlo A. Ciampi che il ministro Letizia Moratti e ci hanno incoraggiati ad andare avanti in questo progetto di solidarietà e così costruire la pace tra di noi ragazzi e tra tutti gli uomini della terra. Noi ci crediamo. La mia amica Mara e tutta la sua famiglia mi hanno riservato una bellissima accoglienza e mi sono sentita a casa. Hanno fatto di tutto per farmi stare bene”. Infine Eric: “Ho vissuto giorni indimenticabili con Alessandro e tutta la sua famiglia che ora la sento anche mia. Mi sono travato proprio a casa. Quando sono arrivato, mi sono sentito male con mal di testa e con febbre. Avevo la malaria. La prontezza del medico mi ha rimesso a posto. Così ho potuto seguire tutto con i mie amici. Con i miei amici del liceo “Kant”, abbiamo stretto un amicizia bella e sincera e siamo pronti a costruire un mondo unito e di pace insieme. Noi non conosciamo la guerra per questo ci vogliamo bene. Porterò, insieme agli altri due della nostra delegazione e il nostro preside, questo spirito di solidarietà nel nostro liceo di Fontem e racconteremo molte cose a quelli che sono rimasti. Con questo gemellaggio, rompiamo le barriere che ci tenevano lontani gli uni dagli altri e costruiamo ormai un ponte d’amicizia e d’amore che lega le nostre culture del Camerun con quella italiana”.