Un pacco anti-camorra
Per «fare un pacco» ‒ in napoletano ‒ si intende una truffa fatta da un venditore che, grazie ad alcuni trucchi, riesce ad ottenere dei soldi senza vendere niente. Viene definito pacco perché di solito l’acquirente riceve solo la confezione, pacco in napoletano, dell’oggetto comprato. Dentro troverà solo pezzi di legno, mattoni o pietre per giustificarne il peso. Avveniva nei pressi della stazione di Napoli centrale in piazza Garibaldi. Turisti, visitatori, uomini d’affari in attesa di partire erano attirati dai prezzi bassissimi di telefoni, videocamere, tv, orologi di marca, originali e perfettamente funzionanti. Una volta partiti in treno. Il pacco era riuscito.
Dieci anni fa nasceva l’iniziativa «Un pacco per la camorra» che consiste in un pacco‒natalizio con prodotti del territorio, questa volta reali, per valorizzare, promuovere, sostenere la sana economia locale come antidoto alla camorra, al malaffare.
Da fine novembre scorso il salto di qualità. Nasce la Nco, che non vuol dire Nuova camorra organizzata, ma Nuovo commercio online, un portale che aggrega tutti i venditori onesti schierati sul fronte antiracket e le cooperative sociali che vendono i prodotti provenienti dal lavoro nei beni confiscati. Prodotti, dal caffè alle t-shirt, sempre reperibili con pochi click.
Tra le novità di quest’anno la presenza di Città Nuova. Il libro Palma di Dio di Sergio Nazzaro è stato inserito nel pacco‒natalizio di quest’anno dalla cooperativa Al di là dei sogni che è l’ispiratrice dell’iniziativa “Facciamo un pacco alla camorra”. Accanto a salse, verdure, confetture della Campania Felix che produce ancora frutti straordinari, un tuffo nella narrativa per nutrire i sogni di racconti, poesia e pensiero.
Palma di Dio narra la storia Paola. È malata di epatite. Ha l’Aids, ha rubato e scippato, si è prostituita per i camorristi, ha comprato e venduto pistole, ha lavorato per la mafia africana. A diciotto anni accompagnava lo zio a riscuotere tangenti e a comprare carichi di droga. Ha ucciso, più di una volta. Non sa bene perché, ma tutti la chiamano Palma. La sua storia è una via crucis contemporanea, il grido di dolore di una terra martoriata dalla camorra in cerca di riscatto.
Nella festa del decennale, presente anche don Ciotti, ilpresidente della commissione Antimafia Nicola Morra, ha detto: «È fondamentale portare la vicinanza dello Stato a coloro che quotidianamente costruiscono economia legale e ricostruiscono le comunità locali. Una realtà cooperativa che si traduce in 112 buste paghe offerte a giovani. Condivido in pieno il pensiero di don Ciotti in merito a come le mafie grigie siano le più pericolose, quelle che si collocano tra il legale e l’illegale, inquinando società e istituzioni».
Il pacco anti‒camorra e la nuova piattaforma Nco sono piccoli semi di risposta per coltivare, dal basso, la legalità del noi.