Un ospedale senza dolore per bimbi e famiglie
Passano uno dopo l'altro volti di adulti, uomini e donne, con accanto però l'età di bambini e il nome delle malattie che li hanno colpiti. Il video della campagna sociale dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù arriva dritto al cuore, mettendo assieme i due mondi protagonisti della malattia: i piccoli e i genitori, una famiglia che si ammala e sprofonda nella paura e nel dolore. Proprio per alleviare le sofferenze dei piccoli pazienti ma anche dei loro genitori l'ospedale pediatrico della Capitale, ha promosso la campagna di comunicazione sociale “Ospedale senza dolore”, per informare e sensibilizzare sul tema della sofferenza dei bambini nei nosocomi e delle ripercussioni sull’intero nucleo familiare.
Ma «il dolore non è solo quello fisico che deriva da una patologia – ricorda il professore Giuseppe Profiti, presidente dell'Ospedale – c'è anche il malessere psicologico ed emotivo non solo del piccolo paziente ma anche dei familiari. Da tempo il nostro ospedale pediatrico – spiega Profiti – è impegnato con diversi strumenti e professionalità per evitare queste situazioni, ad esempio la paura del prelievo o il trauma di entrare in sala operatoria (per questo le mamme possono accompagnare i piccoli fin lì), perché non soffrire è un diritto del bambino e un dovere per l'ospedale».
Lo sa benissimo la mamma di Sofia, uno dei tantissimi pazienti ricoverati nell'ospedale pediatrico Bambino Gesù. Sofia è una neonata di soli 5 mesi che con grande forza di volontà sta combattendo la sua battaglia più difficile, quella per la vita. Cardiopatica dal secondo mese, è in attesa di un trapianto ricoverata in terapia intensiva dove è sottoposta ad assistenza meccanica. Accanto a lei, però ci sono mamma e papà che da Bari si sono trasferiti nella Capitale dove alloggiano nella Casa delle cicogne, messa a disposizione dallo stesso ospedale pediatrico per familiari dei piccoli pazienti.
“Nella mia esperienza – racconta emozionata la giovane mamma -, l'aspetto più importante è sicuramente alleviare il dolore della piccola, che lo è talmente tanto da non poterlo nemmeno esprimere quanto soffre. É soltanto dal suo pianto che possiamo capire quanto sta soffrendo. L'ospedale senza dolore è anche per noi genitori che siamo così inermi davanti alla loro sofferenza, che soffriamo nel nostro cuore e non possiamo far altro che pregare e sperare in una loro, non dico guarigione miracolosa, però almeno in una ripresa nelle funzioni di base come l'alimentazione, il gioco. Mia figlia – continua la signora – ha due cannule che le entrano nel petto, e posso solo immaginare il dolore che sente, anche se dicono che si abituerà prima o poi ad avere questo peso sul suo corpo. Però io so che lei soffre e sta male. Quello che mi aiuta in questo momento è la speranza che ce la farà presto, che arrivi presto un cuoricino per lei perché è la sua unica possibilità di vita. Ogni giorno vivo con la speranza 'oggi arriverà, oggi avrò la notizia che stanotte operano la mia bambina. Questa speranza mi fa anche sopportare il dolore di stare lontano da casa, arriviamo da Bari e abbiamo tutta la famiglia e gli amici lì e poter fare avanti e indietro nella stessa giornata un salto per salutarci non è possibile quotidianamente. Comunque io e papà le siamo vicino, ogni suo piccolo gesto un suo piccolo sorriso ci fa capire che lei in quel momento non sta pensando al suo dolore ma sta sorridendo a mamma e a papà. E noi stiamo bene con lei”.
La campagna dell'ospedale pediatrico del Gianicolo vuole coinvolgere il maggior numero possibile di persone e favorire l'acquisto di un nuovo tipo di tac di ultima generazione in grado di ridurre l'uso dei narcotici nei pazienti che non riescono a stare fermi per lungo periodo, a causa delle loro patologie. La cifra da raggiungere è di un milione di euro. La campagna sarà diffusa sui quotidiani, sulle radio e in tv e tanti professionisti si sono prestati gratuitamente nel realizzarla. Durante la presentazione parla un'altra mamma che vive il dramma di un figlio di 8 anni affetto da distrofia muscolare, che non parla e non vede in conseguenza di un infarto. “Il dovere di genitore – dice – è dare ai propri figli un sorriso e non aggiungere alla loro sofferenza anche la nostra”.
Per effettuare donazioni al progetto “Un ospedale senza dolore. Curiamo i bambini, abbiamo cura dei genitori” è possibile collegarsi al sito: www.ospedalesenzadolore.it oppure telefonare allo 06/6859.3120.