Un nuovo conclave?
Il cardinale Walter Kasper ha recentemente dichiarato a una tv tedesca che, anche in Vaticano, c’è gente a cui il pontificato di papa Francesco non piace, vorrebbe che finisse presto per passare a un nuovo conclave. Le sue parole son volate in fretta “dall’uno altro mare”.
Per quanto ci si possa sforzare, nessuno riesce a ricordare un solo papa che non sia stato acclamato e vituperato; osannato e rigettato. Niente di nuovo sotto il sole, dunque. Non si può piacere a tutti, nessuno mai riuscì in questa impresa ardua, nemmeno nostro Signore Gesù Cristo. Questa è una verità elementare i cristiani hanno l’obbligo di ricordare. Il popolo santo di Dio vede, nel Papa, il “dolce Cristo in terra”. Lo ama, lo ascolta, per lui prega e offre sacrifici. Il popolo di Dio non è ingenuo, sa bene quanto complessa, difficile, contraddittoria sia la vita. Sa che ci sono insidie da scovare, trappole da evitare. Sa, soprattutto, che c’è il peccato con il quale tutti dobbiamo fare i conti.
Francesco a qualcuno dà fastidio? E come potrebbe essere il contrario? Solo chi rimane con le mani in mano, può illudersi di vivere in una finta, apparente, peccaminosa tranquillità. Centinaia di fratelli annegano nel nostro mare, c’è chi li vede, chi fa finta di non vederli, chi non li vuol vedere. Tu che fai? Ti schieri da una parte? Ti sei già fatto dei nemici dalla parte opposta.
Riduci allo stato laicale eminentissimi personaggi che si sono macchiati di delitti atroci? Amici, parenti e conoscenti non te la perdoneranno. La Chiesa, realtà umana e divina, come ogni agglomerato umano, è fatta di donne e uomini limitati, peccatori, desiderosi di bene, orgogliosi, belli, ribelli. Donne e uomini che ogni giorno lottano contro se stessi, la propria superbia, la vanità, quella maledetta voglia di occupare i primi posti. Sanno bene che l’umiltà è la strada giusta da percorrere per non smarrire il cammino, ma è una strada faticosa, a prima vista accidentata, dura, in salita. E in molti, garbatamente, la evitano. I piaceri della vita sono tanti e fanno gola a tutti.
È l’eterna lotta tra il bene e il male; tra la santità e la sciatteria. Il grande don Giuseppe De Luca diceva: «Un uomo alla sua famiglia preferisce il suo piacere, tradisce la sua famiglia e uccide Cristo. Un uomo lascia sul collo della sua povertà le briglie dell’ira, è violento con chi gliele cagiona, e uccide Cristo. Un uomo lascia crescere la sua ricchezza di là del limite consentito dello stretto necessario: defrauda i poveri e uccide Cristo. Un uomo dà alle sue idee un carattere assoluto, per creare a sé un nome di gloria: inganna il prossimo e uccide Cristo».
Don De Luca continuava:« Noi abbiamo tanta paura del male, quando si abbatte su di noi in catastrofi di guerra, di massacri, di violenze; ma non riusciamo ad averne paura quando sorge nei nostri cuori, ove anzi lo accarezziamo e lo difendiamo». Nessuna meraviglia, dunque, per chi si dà pena di pensare a un nuovo conclave, un conclave, naturalmente, a propria immagine e somiglianza. Un conclave dove lo Spirito Santo è pregato di mettersi da parte. Perché, si sa, quel “Vento impetuoso”, ai giochetti non ci sta, lui arriva e scompiglia i progetti troppo umani e interessati.
La storia della Chiesa, i santi, i mistici, i nostri vecchi parroci ci insegnano ad avere fiducia, amare, invocare lo Spirito Santo. Per non farci complici del male. E, per quanto qualcuno vuole dimenticarlo, le divisioni nella Chiesa hanno sempre fatto male. Non accada a nessuno che per inseguire le proprie idee, i propri progetti, abbia a dimenticare il comando di Gesù: Ut unum sint (Che tutti siano una cosa sola).
Il nostro compito non è confondere i semplici, tentare di mettere le briglie allo Spirito, la “museruola al bue che trebbia”, ma annunciare, con la nostra stessa vita, il Vangelo di Cristo. Parola libera e liberante, che non conosce confini, che dona gioia ai semplici, che affratella gli uomini, che smaschera le ipocrisie. Il mondo ha bisogno di Cristo e chi dice di amarlo, deve correre a perdifiato per portaglielo. Evitando di scandalizzare i piccoli. Scegliendo sempre di stare dalla parte dei più poveri, degli sfruttati, dei bambini e delle donne abusati, venduti, schiavizzati, dei più deboli. Chiunque essi siano. Ovunque si trovino.