Un nuovo annuncio

"Ripresentare il Vangelo a noi e agli altri, cominciando dai già cristiani, è una nuova evangelizzazione che si opera nella Chiesa".

Inizia la pubblicazione di una conversazione del 3 febbraio 1992 sul contributo del Movimento dei focolari alla nuova evangelizzazione. Ci sembra possa essere un valido contributo in preparazione del Sinodo dei vescovi che si terrà dal 5 al 26 ottobre 2008 in Vaticano sul tema: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. L’espressione nuova evangelizzazione è stata coniata anni fa dal Santo Padre Giovanni Paolo II, che l’ha ripetuta più volte nei suoi discorsi, attribuendo al termine nuova significati diversi: egli la vorrebbe nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle sue espressioni. E avverte pure che occorre evangelizzare non solo i non cristiani, ma anche, nuovamente, i cristiani travolti, specialmente nel primo mondo, dal secolarismo, dal materialismo o da un totale indifferentismo; e, in Asia, Africa e America Latina, quelli esposti all’influsso delle sètte. Di tale nuova evangelizzazione si sente talmente bisogno nel mondo cristiano che moltissimi si sono sentiti interpellati in prima persona e chiamati a questo compito. Così è stato per noi, per il nostro movimento: avvertiamo forte la necessità di concorrere alla nuova evangelizzazione. Per darvi però un’attuazione la più perfetta e completa possibile, secondo quindi la volontà di Dio, ci siamo chiesti anzitutto: un movimento come il nostro è in grado di rispondere a questo appello? Ne ha la vocazione? Ci è parso di cogliere una risposta in un brano della lettera apostolica Redemptoris Missio, nella quale, dopo aver ricordato il grande sviluppo dei movimenti ecclesiali quale novità emersa nella Chiesa, Giovanni Paolo II prosegue dicendo che essi, i movimenti, rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l’attività missionaria propriamente detta . E per noi ciò è sufficiente per prendere la spinta decisiva. Ma c’è di più: è l’analisi stessa del nostro movimento, della sua realtà e della sua storia, che dice quanto noi siamo chiamati a tale compito. (…) È noto come tutto cominciò con una nuova manifestazione, ai primi membri del movimento, di Dio come Amore, quasi una folgorante rivelazione dell’infinito amore che egli aveva per essi, rivelazione che ha conquistato in pieno i loro cuori. E come, subito dopo, circostanze, senz’altro previste da Dio (la guerra, la vita nei rifugi), hanno fatto terra bruciata d’ogni cosa attorno ad essi e hanno lasciato loro in mano solo il Vangelo. (…) Sotto l’azione dello Spirito le parole di Dio, pur tanto conosciute prima, sono apparse nuove, universali (fatte per tutti), eterne (per ogni epoca), da potersi mettere in pratica. (…) Si è cercato quindi di viverle con intensità così come si capivano e di irradiarle nel loro splendore. (…) Se il movimento visse così i suoi primi giorni, non molto dissimile è la sua vita attuale. Anche adesso si annuncia anzitutto che Dio è amore, si annuncia che non siamo soli in questa terra, che tutti abbiamo un Padre, il quale con un amore infinito ci avvolge e conta persino i capelli del nostro capo. E, anche adesso, a quest’annuncio i cuori si aprono, perché sapere di essere amati, guardati, seguiti è sempre una cosa immensa per il cuore umano e viene spontaneo voler conoscere come corrispondere a questo amore. Perciò anche ora come allora si insegna che per amare Dio, per metterlo – come va messo – al primo posto nel nostro cuore, nella nostra mente, per amarlo con tutte le forze, occorre vivere la parola di Dio. Gesù infatti afferma che chi lo ama osserva i suoi comandamenti. Occorre dunque mettere la parola di Dio in cima a tutti i nostri pensieri. E anche ora, continuando una tradizione dei primi tempi, ogni mese prendiamo in rilievo particolare una frase compiuta della Scrittura, scelta in genere dalla liturgia del tempo, la commentiamo, la traduciamo in ottanta lingue circa e la facciamo conoscere a milioni di persone… In questo modo si ripresenta il Vangelo tutto intero, parola per parola, a noi e agli altri, cominciando dai già cristiani, e si invita a viverlo. E questa è evangelizzazione: una nuova evangelizzazione che si opera nella Chiesa. (continua)

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