Un nobel bielorusso

Il massimo riconoscimento nel campo della letteratura è stato assegnato Svetlana Aleksievic, una giornalista che ha denunciato e continua a denunciare le politiche dei paesi ex-sovietici, mentre tra Usa e Russia non corre buon sangue
Svetlana Aleksievic

La giornalista Svetlana Aleksievic premiata con il Nobel per la letteratura. Una giornalista, evviva! La nostra categoria viene riconosciuta come degna di ricevere il massimo riconoscimento letterario al mondo. Le sue denunce contro i vari regimi succedutisi a Mosca e nei Paesi satelliti meritano un’attenzione particolare, al di là dello stile della sua prosa e della pregnanza semantica della sua scrittura.

Tre riflessioni al riguardo: prima, ancora una volta la commissione che sceglie il premio Nobel per la letteratura si dimostra molto sensibile alle pressioni politiche, pescando i suoi premiati tra coloro che hanno delle posizioni politiche precise e laureando scrittori provenienti da Paesi “sensibili”. Si è voluto questa volta premiare una scrittrice che ha smascherato e continua a smascherare le malefatte della politica di Vladimir Putin. Guarda caso nel pieno di una furibonda competizione diplomatico-militare tra Usa e Russia.

Seconda riflessione: credo che il valore della produzione letteraria della Aleksievic sia ottimo, ricco e stimolante, ma non quanto quello del suo connazionale Ryszard Kapuściński, autore di libri che resteranno nella storia del giornalismo. Tanti avevano invocato il Nobel al reporter-scrittore che tanto amava l’Africa, invano.

Terza riflessione: l’imbarazzo evidente del presidente-padrone bielorusso Lukashenko la dice lunga sul livello della libertà di stampa che si gode ancora in tanti Paesi ex-sovietici. C’è ancora da lavorare per raggiungere degli standard adeguati.

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