Un Natale non convenzionale

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È mezzanotte passata, ma nello studio pubblicitario Frizzi e Sprizzi le luci sono ancora accese. Frizz e Sprizz, due giovani pubblicitari frizzanti, sprizzanti, effervescenti sono seduti l’uno di fronte all’altro; in mezzo a loro una montagna di fogli accartocciati. – E se facessimo scendere lo zucchero al velo come fosse neve, Sprizz? – Già visto, Frizz, lascia stare. – Senti questa, allora: Babbo Natale arriva in motoslitta! Che te ne pare? – Credo che non ci sia mezzo di trasporto che non abbia già usato. Qui serve qualcosa di nuovo, Frizz, la gente è stanca delle solite cose. Dobbiamo trovare l’idea che faccia, di questo Natale, un Natale non convenzionale. – Forse l’idea migliore, Sprizz, è quella di andare a dormire. La notte, a volte, porta consiglio. Chissà, magari ci può capitare di sognare la campagna pubblicitaria giusta per questo Natale… Sprizz dorme già da un pezzo quando lo squillo del telefono lo strappa bruscamente dal mondo dei sogni. Non appena solleva il ricevitore, dall’altro capo del telefono la voce di Frizz urla: – Trovato, amico mio, trovato! Un’idea geniale! – Allora te la sei sognata davvero, Frizz? – No, no, sta a sentire cosa m’è capitato. Stavo tornando a casa. Passando davanti alla biblioteca, ho notato che tutte le luci erano accese. Oh bella, mi son detto, chi ha ancora voglia di studiare, a quest’ora?. Così sono entrato, incuriosito. La biblioteca era deserta. Una scaletta di legno stava appoggiata a uno scaffale. È stato più forte di me: sono salito e, sull’ultimo scaffale, ho trovato un libro dal dorso rosso, tutto consunto. Ho incominciato a sfogliarlo là, in cima alla scala, e ho scoperto una storia incredibile. Aspetta, ho il libro qui con me, te la leggo. T’avverto: il libro è malridotto, alcune parti sono illeggibili, ma è rimasto l’essenziale: Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia… C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo li avvolse di luce … disse loro… Vi annuncio una grande gioia… è nato… un bambino. – Già: straordinario, Frizz, davvero straordinario, mai sentito niente di simile. Mi pare di vedere la scena: una grotta, il bambino, i pastori e la neve, sì, io ci metterei tanta neve… ma tu, tu dovresti sapere come si chiama tutto questo: si chiama plagio. – Ci ho pensato anch’io, Sprizz, ma ragiona: sarà una storia vecchia di duemila anni e forse più: chi se la ricorda? E poi: chi vuoi che venga a reclamare i diritti d’autore dopo duemila anni? Piuttosto, non t’ho ancora detto tutto: in un’altra pagina, si parla di tre personaggi che sono arrivati con i cammelli carichi i doni. – Fantastico, Frizz! Metteremo i prodotti da pubblicizzare sui loro cammelli! – Allora è fatta! La campagna di Frizz e Sprizz è partita alla grande. Non c’è vetrina della città in cui non sia riprodotta la scena della grotta con il bambino. La gente si ferma commossa e intenerita davanti a quel bambino con le braccia spalancate che sembra voglia abbracciare il mondo intero. – Che bella questa storia! – dice qualcuno. – È talmente bella che non può essere inventata – dice un altro. E così, ai prodotti reclamizzati nessuno fa caso. Frizz e Sprizz si aggirano desolati per le strade della città. Dovunque si voltino, incrociano lo sguardo del bambino. – Abbiamo esagerato, Sprizz, ci siamo lasciati prendere la mano e così quel bambino è diventato il centro di tutto. – Sì, la pubblicità del bambino, la chiamano tutti quanti! Andiamocene fuori città, Frizz, non sopporto più di vedere quel bimbo che mi sorride… Frizz e Sprizz stanno camminando su una stradina tranquilla, appena fuori città. Una leggera spruzzata di neve ha imbiancato tutto il paesaggio. Sulla neve avanza un asinello bigio sul quale è seduto un bambinello che indossa una tunichetta bianca. – Frizz! Sprizz! – esclama incontrandoli – Finalmente vi ho trovati! – Ancora tu? – dicono i due pubblicitari, stupefatti -. Di metterti in giro in carne e ossa, non ci avevamo pensato! – Sono proprio contento di avervi trovati – ribadisce il bambino -. Sono venuto a reclamare i diritti che mi spettano. – Quali diritti? – I diritti d’autore perché, fino a prova contraria, il Natale l’ho inventato io! – Ma allora, quella storia è vera! – Verissima e vi ringrazio per averla raccontata di nuovo. E anche bene, con un tocco di poesia. Sono passato in città e ho visto la gente ferma davanti alle vetrine, con gli occhi colmi di stupore. Qualcuno si asciugava una lacrima. Ecco, mi son detto, tornano davvero bambini. Che è poi quello che volevo io. Sì la gente, in città, sta facendo veramente Natale perché nei loro cuori è nata la fede, è nato l’amore, è nata la speranza. Un tiepido raggio di sole sta sciogliendo il leggero strato di neve. Qualcosa si scioglie anche nei cuori di Frizz e Sprizz che si inginocchiano davanti al Bambino. È questo il modo più bello e più vero di restituire i diritti d’autore del Natale al suo unico proprietario.

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