Un museo per le giostre

Due meccanici di biciclette nel Polesine diedero vita nel ’29 alla prima industria dello spettacolo viaggiante. Ora una villa ospita le creazioni di questo mondo dei sogni
Giostra

Bergantino è un paese dell’alto Polesine, sulla sponda destra del Po, incuneato tra le province di Rovigo, Ferrara e Mantova. Con meno di tremila abitanti è però il centro del distretto italiano ed europeo della giostra e dello spettacolo viaggiante.

 

Tutto cominciò da una crisi economica, stavolta quella del ventinove quando due meccanici di biciclette, Umberto Favalli e Umberto Bacchiega, girando per fiere, videro i divertimenti viaggianti e scoprirono, che gli incassi erano tutti in moneta contante, una vera novità per chi veniva dal poverissimo Polesine dove si produceva a credito. Tornarono a Bergantino e costruirono un’auto-pista in legno, con vere auto elettriche, imitando la più bella attrazione che avevano visto in fiera. Fu questa la prima delle attrazioni viaggianti tra le migliaia che oggi girano nei luna park, fissi e viaggianti, di tutto il mondo. Nel paesotto nacquero anche nuovi mestieri: fieranti, lunaparkisti, spettacolisti e nacquero i laboratori per la costruzione di giostre, carrozzoni, luminarie, carri speciali da trasporto ed ogni altra cosa inerente gli spettacoli viaggianti.

 

Ora Bergantino ha voluto donare a questo interessante mondo un ricco centro di documentazione storica ed un Museo Nazionale della Giostra. Dentro una residenza nobiliare del settecento si viaggia attraverso le origini del divertimento, dal labirinto, prima struttura per giochi all’aperto, nata cinquemila anni fa fino ai giochi circensi, alle fiere, alla nascita degli spettacoli itineranti. Si attraversa poi una raccolta pregevole di burattini e di maschere ed una splendida collezione di orchestrine meccaniche, organi portatili “di Barberia”, prodigi di meccanica perfettamente restaurati e funzionanti che suonano canzoncine da ballo, antichi valzer o marce del circo e restituiscono, viva ed autentica, l’emozione del sound originale delle fiere dello scorso secolo.

 

La seconda parte del museo è dedicata più direttamente al mondo di Bergantino ed ai moderni Amusement Park, che in Italia, chiamiamo Luna Park. Ci sono modelli di giostre di ogni tipo, reperti preziosi, foto, cavalli di legno e cartone provenienti da vecchie giostre e vecchi stand. C’è perfino la poltrona da regista che Federico Fellini usò sul set de La Strada, film ritratto della vita di artisti di strada. C’è una documentata storia delle montagne russe, importate in Francia e poi diffuse negli Stati Uniti ed in Europa, ma nate in Russia come scivoli ghiacciati. Salendo tra un piano e l’altro si attraversa la “galleria delle meraviglie” dedicata ai saltimbanchi, alle donne cannone, ai giganti, ai nani, attrazioni umane, vere o illusorie, che popolavano il mondo delle fiere e dei parchi di divertimento.

 

C’è una sala dedicata ai primi giostrai e costruttori di giostre e alle famiglie di viaggiatori, che nella piccola Bergantino sono una cinquantina.  Un angolo della sala è dedicato alle donne che durante la guerra, con gli uomini al fronte, impararono a guidare i carri ed i camion mantenendo viva l’attività e salvando dalla miseria nera e dall’emigrazione il paese.

 

C’è una dozzina di video touch screen che documentano dal vivo le attività dei giostrai. É una storia appena cominciata quella del nuovo Museo nazionale della giostra di Bergantino, ma ne sentiremo parlare, lo vedremo in tv, ne leggeremo sui giornali perché la storia del divertimento è antropologia e storia del costume e le vanno riconosciuti ormai un ruolo e una dignità anche nella nostra società che ha declinato il divertirsi in altri modi, forse meno sognanti e sani.

Altri dettagli su: www.museodellagiostra.it

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