Un museo del F.A.N.G.O.
Foto, dipinti, sculture, scritti per non dimenticare l’alluvione che l’1 ottobre 2009 ha coinvolto 7 paesi del messinese. Nel progetto anche la firma di Dario Fo’ e Marco Dentici. L’arte diventa argine al disimpegno per un futuro sicuro.
Fango, una parola che per gli abitanti di Altolìa, Giampilieri, Briga, Molino, Scaletta Zanclea, Guidomandri, Itala, richiama immediatamente distruzione, morte, dolore. Questo e molto più ha lasciato nelle loro città l’alluvione dello scorso primo ottobre.
F.A.N.G.O. però è anche l’acronimo che Michele Cannaò, Sara Montani, Togo e Guido Oldani, un gruppo di artisti originari di questi paesi, ma che da anni vivono a Milano hanno voluto usare per ricordare la funzione non solo estetica, ma civile dell’arte. F.A.N.G.O. quindi è diventato Fondazione Artisti Nutrimento Grande Opera.
Primo atto della fondazione è una mostra itinerante che conta più di cento opere offerte da artisti collegati al Palazzo della Permanente di Milano. Tra le firme che hanno sponsorizzato l’iniziativa ci sono quelle di Dario Fo, Marco Dentici, Giulio Cavalli, Antonio Moncada, Roberto Piumini.
Le opere sono esposte provvisoriamente nell’istituto comprensivo di Scaletta Zanclea, che nei giorni della tragedia di ottobre è stato sede operativa della protezione civile, mensa e obitorio e sono in attesa di una sede di collocazione. Sono intervallate da scritti e foto, che testimoniano quanto si è vissuto in quei giorni di paura e tristezza
Ma in questi paesi dove la gente ha perso casa, familiari, attività ha senso parlare di arte? «L’arte, espressione guida di ogni creatività, può e deve assumersi delle responsabilità sociali – ha detto Michele Cannaò, ideatore di F.A.N.G.O. La prospettiva di una nuova civiltà dove le persone possono viveve dignitosamente e in sicurezza non può essere delegata alla speculazione economica e politica: tutti dobbiamo parteciparvi, inclusi noi artisti. Fango vuole essere un argine culturale, un laboratorio e un luogo formativo che richiami al senso civico non solo alcuni, ma tutti».
Il sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, ha offerto una delle sale ristrutturate del Polivalente per ospitare la mostra, ma anche Giampilieri vorrebbe poter esporre queste opere per continuare a mantenere viva la memoria della tragedia e poter sollecitare anche il Governo centrale a non dimenticare questi paesi, le vittime e gli attuali abitanti ancora a rischio della vita, se non si provvederà ad interventi precisi e immediati per la messa in sicurezza delle montagne. E se l’arte contribuisce a non dimenticare, ben venga.